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Vecchie glorie - Juno 60


Written on Thursday, 23 June 2016 18:16
Written by  Roberto Iadanza

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INTRODUZIONE

 

Una piccola introduzione a questa rubrica focalizzata sulle vecchie glorie del passato, macchine insostituibili ed ormai pressoché inavvicinabili, causa prezzo o reperibilità. Viene spontaneo condividere su questo portale il materiale di questi miei studi (o, meglio, ricerche) sul funzionamento e l'utilizzo di tastiere che hanno segnato la storia: Rhodes, Clavinet, Wurlitzer, Pianet, Mellotron, string machine, Hammond, Farfisa Compact, Vox Continental ed i sintetizzatori più celebri dell’epoca. Pubblicherò un articolo per ogni macchina, tentando di dare un quadro generale e completo di tutto quanto quello che c’è da sapere riguardo l’oggetto di cui si tratterà.

 

Detto ciò, iniziamo da un sintetizzatore, relativamente semplice da comprendere ed utilizzare (se paragonato con alcuni suoi coetanei): il Roland Juno 60.

 

ROLAND JUNO 60

Juno 60

 

 

 

Specifiche:

Data: 1982

Tipo: Analogico 

Polifonia: 6 voci 

Oscillatori: DCO (Quadra con impulso, Dente di Sega, Quadre, Quadra/Sub-Osc, Noise)

LFO: Frequenza e Delay

Filtro: High Pass statico non risonante; Low Pass dinamico risonante

Amplificatore: Livello e Inviluppo di tipo ADSR e Gate

Arpeggiatore: Sì: Up, Down e Up&Down

Effettistica: Chorus Stereo (due regolazioni)

Tastiera: 61 tasti (senza Velocity né Aftertouch)

 

A differenza dei VCO (Voltage Controlled Oscillator), nei DCO (Digital Controlled Oscillator) l’intonazione non veniva controllata dal voltaggio in ingresso bensì digitalmente, il ché permetteva di avere una intonazione stabile e non soggetta ai cambiamenti di temperatura e umidità ma, allo stesso tempo, faceva perdere quella leggera imperfezione come caratteristica peculiare di un synth. Di sicuro la scelta DCO (ma non solo) ha contribuito all’abbattimento del prezzo di mercato, economico per l’epoca: il funzionamento consiste in un Master Oscillator da cui poi si generano digitalmente le varie frequenze corrispondenti alle 6 voci di polifonia. Le forme d’onda presenti sono Dente di Sega, Quadra, Quadra ad impulso, Quadra all’ottava inferiore (Sub-Oscillatore) e un generatore di rumore bianco (Noise), selezionabili tutte simultaneamente, che vanno poi a finire nella sezione di filtraggio: prima in un High Pass (senza risonanza e non controllabile tramite inviluppo) con 4 tagli di regolazione presettati, successivamente in un Low Pass (con risonanza e controllabile tramite inviluppo – di cui si può invertire l’azione –, LFO e Keyboard Tracking). L’oscillatore a bassa frequenza può controllare la frequenza e la simmetria PW dell’oscillatore e la frequenza del filtro. L’amplificatore ha un parametro di volume regolabile tramite slider e uno switch per cambiare da ADSR a Gate (ovvero un inviluppo “rettangolare”, con Attack e Release istantanei, ma Decay e Sustain al massimo).

 

Curiosità:

 

Il Roland Juno 60 possiede 56 locazioni di memoria per le patch, che diventano 76 tramite una combinazione di tasti; per accedere alle patch 80-96 (dead-patch) bisogna connettere un cavo nel connettore PATCH SHIFT. Si può inoltre utilizzare la macchina in modalità monofonica, accendendola tenendo premuto il tasto KEYTRANSPOSE e lo switch per la modalità arpeggio su UP: tutte le 6 voci di polifonia saranno assegnato all’ultimo tasto suonato.

 

Controparte software:

 

La più fedele riproduzione in ambito software proviene senza dubbio dalla Togu Audio Line, con il suo U-NO-LX (https://tal-software.com/products/tal-u-no-lx), che presenta anche alcune utili aggiunte come ad esempio una polifonia a 12 voci, oppure la mancanza di tagli presettati nel filtro High Pass, permettendo una maggiore libertà nella quantità di filtraggio.


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Published in Italiano
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Last modified on Sunday, 26 June 2016 17:06

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