per chi come me potrebbe essere interessato, ho trovato una recensione:
http://it.audiofanzine.com/sintetizzato ... floor.htmlMiniak In Pista
Sommario [Maschera]
1. Nuovo Look
2. Editing Arduo
3. Ampio Range Sonoro
4. Oscillator Trio
5. FIltri Stimolanti
6. Effetti Molto Belli
7. Potente modulazione
8. 'Sequences' e 'Rhythms'
9. Completo Multitimbral
10. "Born to Run"
Dopo aver riposizionato Alesis sul mercato, Numark sembra aver investito Akai del destino di marchio dedicato ai synth e alle drum machine. Il Miniak è il primo synth Akai "dell'era moderna".
Molto dopo l'estinzione dei dinosauri analogici, i musicisti cominciarono a riscoprire e rispettare quei mostri grassi. I produttori, che stavano sviluppando workstation digitali 'preset-based', decisero di modellare digitalmente il comportamento dei circuiti analogici. L'ultimo passo fu quello di concepire interfacce utente ergonomiche che includessero controlli diretti per un feel ancora più autentico (solo per rendere l'illusione più veritiera, direbbero i fondamentalisti analogici). Sono stati pochi i produttori che hanno svilluppato synth analogici polifonici realmente programmabili... una delle eccezioni fu Alesis che, sfidando ogni logica, lanciò dieci anni il synth analogico più potente della storia: Andromeda. Un colpa da maestri, ma anche il loro canto del cigno: Numark infatti, comprò il produttore nel 2001, riducendo drasticamente il prezzo di mercato di Andromeda e lanciando una nuova serie di synth con modeling analogico.
Nel 2003 la Ion regalò 8 voci di pura gioia con tre potenti oscillatori, due filtri 'full-featured' e un pannello frontale equipaggiato di tutti gli elementi. Versioni più abbordabili vennero prodotte abbastanza rapidamente: nato nel 2004, il Micron utilizzava la stessa sintesi sonora dello Ion aggiungendo anche effetti al rig, ma incassato in un housing molto compatto, con spazio ridotto per i controlli - non molto ergonomico. Numark comprò Akai Professional lo stesso anno e immediatamente ripropose la seria di prodotti MPC. Ora hanno presentato Miniak; un Micron re-impacchettato sotto il marchio Akai. Insomma, la domanda fondamentale è: avevano bisogno di contanti e hanno ripiegato su uno strumento già abbondantemente testato ammortizzando i costi della ricerca, o questa è una mossa strategica per provare a riposizionare i due brand? Comunque, le persone sotto i vent'anni penseranno che il Miniak si a il primo synth analogico dell'Akai. Con un pizzico di fortuna, noi invece potremmo ricordare che il loro primo synth analogico fu l'AX80. Nel 1985!
Nuovo Look
Akai Miniak
Nel concetto di 'repacking' è compreso anche l'aggiornamento della forma esteriore. Con il suo housing in PVC nero e massiccio, montato su un fondo di metallo resistente, il Miniak non fa eccezione. L'apparecchio viene prodotto a Taiwan con una notevole qualità di costruzione. L'impressione di solidità viene confermata e rafforzata dal suo peso: 11 lb. sono molte per un aggeggio così piccolo. Davvero una bella differenza rispetto alla leggerezza dell'alluminio del Micron! La finitura è perfetta, sia per la serigrafia che per gli encoder, i quali sono avvitati su un asse di metallo per allungarne i tempi di resistenza. I tre encoder XYZ sono davvero encoder: possono essere assegnati a parametri di sintesi sonora con una risoluzione 12-bit, che dà la possibilità di ottenere 4.096 possibili valori. Il quarto encoder viene etichettato come Data. Questo controllo con 'push function' permette di scegliere tra menu e editing dei parametri.
Akai Miniak
Oltre alla modalità play, al sequence triggering e ai controlli di volume, puoi trovare tre 'quality wheels' (pitch più due rotelle con assegnazione dei parametri libera) illuminate di arancione. I 37 tasti semi-pesati sono sensibili alla velocità e all'aftertouch ma non alla pressione. La risposta di questi tasti standard è abbastanza buona e rende in suonabilità. C'è un input XLR per i microfoni dinamici, come il microfono 'goosneck' incluso. tutte le altre connessioni - ben assicurate all'involucro - sono sul pannello posteriore: un socket per l'alimentazione esterna, power on/off, stereo input e output su connettori bilanciati TRS, out delle cuffie, due input per footswitch, MIDI in/out/thru, e un connettore antifurto per un dispositivo tipo notebook. Proprio come per il Micron, non si trova una porta USB su questo synth...
Editing Arduo
Akai Miniak
La partenza è abbastanza intuitiva: giusto uno sguardo alle indicazioni serigrafate e premi, contemporaneamente, il tasto "program" e un altro tasto per selezionare un banco; poi semplicemente sfoglia i programmi. Ora, potrai suonare la tastiera, triggerare pattern ritmici e arpeggi, a seconda delle note che suoni; regolare il tempo con il "Tap tempo"; editare tre parametri del suono utilizzando le rotelle assegnabili XYZ. I tasti dedicati ti permettono di trasporre la tastiera fino a tre ottave, su o giù, considerando che il Miniak può gestire fino a 128 MIDI notes. L'ideale per le live performance!
Akai Miniak
D'altra parte le possibiltà di editing sono davvero frustranti perché, escludendo i tre encoder assegnabili, tutti gli altri settaggi devono essere fatti tramite le pagne di menu. Una volta ancora, premi il tasto "Programs" e un altro tasto per accedere alla sezione che vorresti editare (oscillators, pre-mix, filters, outputs, envelopes, etc.). In seguito, dovrai sfogliare le pagine di menu utilizzando il selettore "Data": premilo per editare un parametro e premilo ancora per riselzionare la modalità di navigazione... Considerando il grande numero di parametri editabil potresti finire per implorare un editor dedicato. Ma non c'è verso: Akai non ha previsto nulla del genere! Comunque, troverai un editor VST/standalone per Windows di HyperSynth:
http://www.hypersynth.com/miniak-editor.html (che però non abbiamo ancora testato). Ancora un punto ostico: il display LCD retroilluminato è solo 2x16 digits ed è troppo piccolo per gestire gli infiniti parametri. Difficilmente leggibile nonostante il contrasto regolabile (caratteri blu sullo sfondo) e troppo incassato nel pannello (la visibilità decresce se non sei proprio sopra il display).
Ampio Range Sonoro
Akai Miniak
Come lo Ion e il Micron, il Miniak è un synth digitale che utilizza tecnologia di modeling digitale con polifonia a otto voci. Qualcuno dirà che otto voci non sono poi così tante, ma la Akai Series hanno davvero una vocazione per la qualità e la profondità - una volta provata non potrai rifiutarla. La qualità e la versatilità sonora di Miniak hanno davvero catturato la nostra attenzione la prima volta che l'abbiamo usato. Non dispone di fantasiose demo che fanno un sacco di rumore per nulla! Puoi avere un autentico suono, uno dei migliori tra tutte le tecnologie di modeling analogico sul mercato. Tra le 1,000 'program memories' (divise in 13 categorie) e 'multis', dispone di 600 patches davvero buoni. I pad (pad1, 2 e 3) sono i punti di forza dell'unità, grazie a un paio di filtri resonant. Ma il Miniak è davvero un ottimo synth sotto diversi punti di vista: strings (strings 1 e 2), brass (brass 1), simulazione di famosi bassi synth vintage (bass 1, 2 e 3) lead (brass 2), e altri strumenti percussivi "analogici" (ascolta i sample sotto), o effetti speciali. E' ovvio che i suoi suoni sono più statici e sottili di quelli di un vecchio synth analogico, ma i suoni Miniak "suonano" davvero bene nei mix. L'editing real-time è davvero semplice, senza artefatti digitali, e sia le frequenze alte che quelle basse sono ben bilanciate senza aliasing. Insomma, il Miniak sa come fare il suo lavoro.
Oscillator Trio
Akai Miniak - Signal pathIl Miniak può lavorare in quattro differenti modalità: Programs, Sequenes, Rhytms e Multi. Nella modalità Programs, puoi accedere alla potenza completa del sound engine presentato per primo dallo Ion (guarda il riquadro "Audio signal path" box). Suona anche un po' meglio quando si arriva agli effetti (vedi sotto). Ciascuna delle otto voci include tre oscillatori e un noise generetor. Ciascun oscillatore con tre forme d'onda fondamentali: sinusoidale, a sega e pulse. Un parametro continuo ti permette di modulare gli armonici: aggiungere fino a cinque gradi di armonici, mischiare un onda a forma di sega ascendente, una triangolare e una a sega discendente, con impulso di ampiezza variabile. Questo parametro non passa dalla matrice di modulazione di modo che si possano creare ricche progressioni di contenuti armonici senza utlizzare i filtri.
Per dare al suono un pizzico di vita, la funzione Drift ricrea l'instabilità dei vecchi VCOs grazie all'intonazione, al phase e alle variazioni di drop-out. Gli oscillatori possono modulare anche: sintesi FM linerare o esponenziale (tre algoritmi utilizzando due o tre oscillators/operators), sync (l' oscillatore 1 viene sincronizzato con il 2 o 2+3), modalità 'hard' (ciclo di ripartnza forzato), o 'soft' (ciclo di inversione forzato). Oltre a queste tre sorgenti, troverai un anello di modulazione per gli oscillatori 1 e 2, un 'noise generator' bianco o rosa, e le sorgenti audio connesse agli inputs. Ciascuna sorgente ha un parametro dedicato, editabile per entrambi i filtri. Difficilmente potrebbe essere più flessibile.
FIltri Stimolanti
Il Miniak fornisce due filtri resonant multimode, da due a otto poli. Ogni filtro ha 17 differenti modalità, inclusi modeling di leggendari synth Oberheim SEM due-poli LPF, TB-303 tre-poli LPF, Minimoog quattro-poli LPF, ARP2600 quattro-poli LPF, Jupiter-8 quattro-poli LPF, otto-poli LPF, SEM due-poli BPF, sei-poli BPF, dual due-poli BPF, serial 2P HPF + 2P LPF, SEM due-poli HPF, quattro-poli HPF, tre tipi di filtri formant con, da tre a cinque bande che emulano differenti vocali, filtri comb e phase (otto 'all-pass' in serie). Tutti i filtri possono essere lineari o "colorati" e hanno auto-oscillazione. E' semplicemente la migliore sezione di filtri digitali correntemente disponibile su qualsiasi modeling synth.
Il filtro di output conduce il segnale in uno stage di mixing dedicato che somma il segnale da ciascun filtro e il segnale pulito, non filtrato, e poi lo manda allo stereo bus con settaggi indipendenti. Alla fine troverai una sezione saturation/dynamic che include sei algoritmi: compressor, RMS limiter, tube overdrive, distorsione, simulazione ampli valvolare, e fuzz. Ancora una volta, la qualità di questo stage di processing è davvero buona.
Effetti Molto Belli
Akai Miniak
Puoi mandare il segnale in una sezione di effetti che dispone di due processori master. Il primo è dedicato agli effetti di insieme (chorus, phaser+flanger, flanger, phaser) e un vocoder. Hai sei algoritmi con sei o sette parametri per effetto. Le frasi possono essere sincronizzate nell'internal/MIDI clock. I primi quattro parametri possono essere modulati utilizzando la matrice (vedi sotto). La modalità vocoder ti permette di avere due set da venti bande. Puoi essere usato con qualsiasi segnale interno o esterno, per l'analisi o la sintesi sonora. Ha un po' di parametri di base editabili: sorgenti, audio level, sibilance treshold, decrescita delle 40 bande, synthesis band offset. Ma è impossibile regolare o sistemare le bande. Il carattere sonoro del vocoder non è intellegibile e "grasso" come il piccolo vocoder studio analogico 11-band studio.
Il secondo delay è dedicato agli effetti di delay e di reverb. Con tre algoritmi per effetto: mono/stereo/separate delays (680 ms max.) e reverberi hall/plate/room. Puoi editare solo quattro parametri per effetto. Il tempo di delay può essere sincronizato a un orologio, eccetto per il separate delay, i cui tempi, sono indipendenti nei canali left e right. Questa sezione non è un giocattolino — una bella sorpresa considerando il prezzo del prodotto. Tutti gli effetti sono global e sono salvati con ciascun programma o multi.
Potente modulazione
Miniak vs Micron
Ecco le maggiori differenze tra i due dispositivi:
- Costruzione: il Micron è fatto di alluminio mentre il Miniak ha un involucro di plastica montato su un fondo di metallo. Il Miniak è molto più resistente e i suoi encoders sono saldamente avvitati sull'involucro, così sembrano molto più affidabili.
- Dimensioni: il Miniak è più profondo del Micron. Si vede dal pannello frontale più largo con tre rotelle verticali — molto più user friendly delle rotelle e dei fader orizzontali del Micron. In più il layout dei controlli è più logico di quelli del Miniak.
- Connessioni: a differenza del Micron, il Miniak fornisce un input frontale per microfono sui connettori XLR, oltre a un microfono gooseneck.
- Serigrafia: gli shortcuts sono spiegati chiaramente sul pannello frontale del Miniak, indispensabili per editare il suono.
- LCD: il display blue del Miniak non è facilmente leggibile e troppo incassato nel pannello frontale. Preferiamo il display Micron, nero su verde.
Il Miniak offre un sacco di possibilità di modulazione. Le due LFO possono essere sincronizzate al MIDI clock. La loro frequenza varia da 0.01 Hz (100-second period) a 1 kHz (audio level). Offrono differenti modalità di trigger, a seconda delle note suonate dalle loro quattro waveform. C'è anche un generatore "Sample & Hold", con un parametro di fade per i livelli generati. CI sono anche tre ADSR envelopes con parametri di time e sustain. Ogni curva del segmento può essere regolata (linear, exponential, negative exponential). I valori di tempo variano da 0.5 ms a 30 sec. per assicurare un suono 'punchy' se necessario. Le envelopes hanno modulazione di velocità e offrono differenti modalità di playing: note triggering, free evolution, loop e sustain pedal response.
Inoltre, il Miniak comprende una potente matrice di modulazione che include 12 fili per connettere 37 sorgenti a 78 destinazioni con modulazione bipolare. Tra le sorgenti troverai le LFOs (tutte waveform), envelopes, controlli, keyfollow, velocità, e 119 MIDI CCs in entrata. Tra le destinazioni ci sono i parametri degli oscillatori, i pre e post-filter mixes, i cutoff, le resonance, tutti i segmenti di envelope, i parametri delle LFO, i primi quattro parametri FX1, i pan (nel filtro output e nell'output principale)... Non manca nulla! Un generatore 32-point tracking ti permette di cambiare il segnale sorgente prima dell'operazione. Ultimo, ma non per ultimo, comprende parametri dinamici come portamento (continuous/glissando, mono, legato, con tempo fisso o intervallo costante) e una modalità 'voice unison' (due voci, quattro voci o dinamica con detune programmabile).Quando ci saremmo aspettati una superficie di controllo con una tale potenza?
'Sequences' e 'Rhythms'
'Akai Miniak
Per creare pattern ritmici da un programma, il Miniak offre due modalità alternative: un arpeggiator e un 'phrase sequencer'. L'arpeggiatore fornisce diversi pattern: alto, basso, alto e basso, alternati, accordi, o random. Può gestire fino a quattro ottave. Oltre alle note, il sequencer registra il movimento delle tre ruote in real time, non importa la modalità. ùsi comincia selezionando la durata (1/4, 1/2, 1, 2, o 4 battute) e la risoluzione (8, 12, 14, 16, 20, 24, 32 steps o nessuna quantizzazione). Da notare che la funzione di quantizzazione non è distruttiva. Le note di input appaiono sul display come una piccola griglia su di una linea grafica. Il numero di note, la durata e la velocità sono comunque mostrate sul display. Puoi editare questi valori passo per passo. Il movimento delle rotelle invece non può essere editato ma solo cancellato.
Il sequencer può anche lavorare con drum kits, attraverso i quali può creare pattern completi (chiamati "Rhythms"). Sono assegnati sul lato sinistro della tastiera dove possono essere triggerati in real time. Le single drums sono assegnate a dieci tasti bianchi sulla destra. Puoi programmare ed editare pattern sequences, con la differenza che non potrai salvare né variazioni tonali né cambiamenti di durata. Tutto quanto può essere mandato in multi mode per creare complessi pattern e arpeggi con basso, lead e batteria.
Completo Multitimbral
Il Miniak è un otto-canali multitimbral. In multi mode, troverai semplici programmi accoppiati con differenti sequence, ritmi e arpeggi (Multi 1, 2 e 3). Per ciascuna parte del programma, puoi settare il numero della sequenza, volume, pan, FX balance, pitch range, transpose, e latch status, così come lo status dei controlli fisici (wheels, XYZ encoders e footswitches). Per le parti di "Rhythm", puoi settare il numero di ritmo, volume, FX balance, key range, e latch status. La gestione del canale MIDI non è molto flessibile: puoi solo selezionare il numero del primo canale e gli altri sette sono incrementati automaticamente, e non possono essere modificati. L'ergonomia è un altra nota dolente: Ogni qualvolta desideri fare dell'editing, ti accorgi di come lo switching tra le parti non sia per nulla semplice. Una volta ancora: il Miniak sembra essere stato concepito per suonare piuttosto che per l'editing!
"Born to Run"
Insomma, il Miniak, è uno strumento massiccio, compatto e intelligente, capace di produrre emulazioni vintage dei synth coì come sonorità tecno moderne. Confrontato con il Micron, il più grosso cambiamenteo è semplicemente estetico. Comunque, il Miniak, porta alcuni miglioramenti nel layout di controllo nella misura in cui vengono facilitate molte operazioni. Il Miniak è un "mostro da palco" concepito per essere trasportato sui palchi di tutto il mondo. D'altro canto non è così potente per quel che riguarda l'editing. A un certo punto ci si trova a desiderare che il Miniak diventi un Maxiak, equipaggiato di ogni tipo di rotella, manopola, tasto o bottone.
* Qualità e versatilità del suono
* Potente sintesi sonora
* Risoluzione del controllo
* Qualità della costruzione
* Compatto e facilmente trasportabile
* Effeti integrati
* microfono "gooseneck" incluso
* Pattern generator
* Tastiera 'Real dynamic'
* Editing diretto molto complesso
* Nessuna porta USB
* Nessun editor dedicato
* Intellegibilità del Vocoder