Purtroppo concordo con quello che hanno detto gli altri.
Anche io, fiero di essermi imparato Wait for Sleep (fedele) e Learning to Live (praticamente a orecchio

) ho provato a vedere altri spartiti più complessi, ma ho capito di aver sbagliato completamente approccio.
Se non sei proprio alle prime armi vuol dire che uno spartito riesci a leggerlo... se non in tempo reale, almeno a interpretarlo a lungo per poi suonarlo "a memoria", come faccio io
In questo caso analizza battuta per battuta e, quando trovi simboli "strani" cerca di fare un confronto con la versione originale del disco, per capire alla fine quale dovrebbe essere il risultato finale. Niente di professionale - un professore di musica serio probabilmente ti castrerebbe per questo "affronto" alla teoria musicale

- ma ho capito che in molte situazioni si dimostra affidabile, proprio perché quel libro, Keyboard Anthology, è stato realizzato con estrema cura e amore per la musica: note sostanzialmente semplici, spaziatura giusta, font discreto e soprattutto la diteggiatura che è sempre presente anche quando non è strettamente necessaria. Cosa che, a mio parere, è un po' peggiorata nei libri seguenti di Rudess.
Comunque, l'importante è avere qualche base di tecnica di pianoforte (qualche lezioncina privata da un insegnante
decente non sarebbe male!) per riuscire a correggere tutti gli errori di postura del corpo e delle mani, perché ciò influenzerà in ogni modo come si suona la canzone.
