Re: 'suonare modale': EH?

Ragazzi in questi casi la teoria conta, si, ma è soprattutto una questione di pratica.
Lupo, a mio avviso, ha spiegato molto chiaramente il concetto di modo. Volendo semplificare ulteriormente, suonate la scala di Do maggiore. Non vi sono alterazioni. Ora suonate una scala partendo dal re poi dal mi e così via fino al si senza aggiungere alcuna delle alterazioni previste dai modi maggiori. Avrete ottenuto una serie di scale "modali".
Riguardo la diteggiatura, trovo sia obbligata quando si studiano i modi maggiori e minori (melodico e armonico) ma per le scale modali non credo sia facile stabilire una diteggiatura standard. Del resto, nello studio dei modi la cosa che deve restare impressa è la disposizione delle alterazioni, quali sono, cioè, i gradi interessati dal modo che stiamo affrontando.
Penso che ciascun musicista può tranquillamente utilizzare la diteggiatura che più gli è consona.
Ciao
Gianni
Lupo, a mio avviso, ha spiegato molto chiaramente il concetto di modo. Volendo semplificare ulteriormente, suonate la scala di Do maggiore. Non vi sono alterazioni. Ora suonate una scala partendo dal re poi dal mi e così via fino al si senza aggiungere alcuna delle alterazioni previste dai modi maggiori. Avrete ottenuto una serie di scale "modali".
Riguardo la diteggiatura, trovo sia obbligata quando si studiano i modi maggiori e minori (melodico e armonico) ma per le scale modali non credo sia facile stabilire una diteggiatura standard. Del resto, nello studio dei modi la cosa che deve restare impressa è la disposizione delle alterazioni, quali sono, cioè, i gradi interessati dal modo che stiamo affrontando.
Penso che ciascun musicista può tranquillamente utilizzare la diteggiatura che più gli è consona.
Ciao
Gianni