Synthonia • Uguale ma non uguale
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Uguale ma non uguale

PostPosted: Wed Oct 24, 2012 10:07 am
by universo_parallelo
Ero molto incerto su quale sezione posizionare questo thread.
Non si tratta di un confronto vero e proprio, quindi ho optato per la sezione "Synthesizer".

Giorni fa leggevo le info sulla Roland Integra 7, che vedo come un enorme contenitore di suoni.
Il più evoluto dei rompler rack.
Il costo d'acquisto è impegnativo, però nella documentazione c'è scritto che contiene suoni "presi" da:
XV-5080, XV-3080, JV-2080, JD-990, JD-800, D-50, JP-8000, TB-303, SH-101, TR-808, TR-909, Juno 6, VP-330, Fantom X, RD-700SX e molti altri suoni per un totale superiore a 6000 patches.
Poi però una nota che sa di ammissione riporta che "poichè Integra 7 usa un MFX di ultima generazione, i suoni SRX potrebbero non suonare identici a come suonavano sui synth e moduli precedenti".

Ma allora che senso ha paventare direttamente o indirettamente il legame con tutti quei prodotti? (per indirettamente intendo tutti quelli estrapolati dalle patches delle schede SRX, direttamente menzionate)
In fondo, però, in tutte le tastiere ci sono suoni che vogliono ricordarne altri, uno dei più gettonati, per fare un esempio, è l'Oberheim OB-X, per riprodurre il suono di "Jump", oppure il Wurlitzer A200, per riprodurre il suono del piano digitale: spesso sono lontani dall'originale, spesso si lavora molto sopra una patch per ottenere la perfezione, ultimamente leggevo dello sforzo applicato per la ricerca del suono di "The final countdown" ottenendo un ottimo risultato (pur non avendo un JX8P).

Però se si gioca in casa, se Roland vuol ricordare Roland, se a programmare i suoni dell'Integra 7 ci sono i loro stessi professionisti, che dovrebbero conoscere perfettamente la struttura dei suoni di tutti gli altri prodotti menzionati, se neppure loro sono stati in grado di raggiungere la perfezione, che senso ha, ripeto, menzionare XV-5080 e via dicendo?
Non potevano semplicemente creare 6000 e passa suoni nuovi?

Il discorso può essere esteso alla Yamaha, che ha voluto integrare un'espansione DX7 optional sui Motif?
Oppure, allargando il discorso al mondo dei VST, ci si può mettere in mezzo anche la Korg col suo Legacy Cell?

Molte volte ho anche seguito i pareri su VST di NI, in particolar modo FM7 ed FM8, dove spesso ho letto (ma non concordo) che suonino come e meglio della DX7 originale. In che senso meglio?
Meglio, se non è uguale, è diverso, quindi non sarebbe più una DX7, perciò che senso avrebbe il paragone?

Re: Uguale ma non uguale

PostPosted: Wed Oct 24, 2012 12:04 pm
by JM!
universo_parallelo wrote:Il costo d'acquisto è impegnativo, però nella documentazione c'è scritto che contiene suoni "presi" da:
XV-5080, XV-3080, JV-2080, JD-990, JD-800, D-50, JP-8000, TB-303, SH-101, TR-808, TR-909, Juno 6, VP-330, Fantom X, RD-700SX e molti altri suoni per un totale superiore a 6000 patches.
Poi però una nota che sa di ammissione riporta che "poichè Integra 7 usa un MFX di ultima generazione, i suoni SRX potrebbero non suonare identici a come suonavano sui synth e moduli precedenti.


Non ci vedo niente di strano. Partiamo da un presupposto: il suono di un ROMpler non è dato solo e soltanto dai campioni che legge. Essi hanno una parte preponderante nel portare a un determinato risultato, si capisce, ma non sono gli unici elementi sul piatto: a valle di essi c'è l'architettura di sintesi, gli effetti, lo stadio di conversione D/A, ecc. ecc. Nello specifico, Roland sta dicendo: "carissimo utente, sappi che ti sei portato a casa un serbatoio di timbri attinti a quanto di buono abbiamo fatto finora; sappi al contempo che le variabili "minori" sono effettivamente variate (perché AD ESEMPIO abbiamo aggiornato gli algoritmi di riverbero), e dunque la patch "Pippo" sul tuo vecchio JV1010 non equivale al 100% all'omonimo patch in Integra".

Non è detto che tu ci perda, con questo discorso sull'ultima generazione, anzi: citavo il JV1010 non a caso, avendolo sempre trovato spigoloso e piccolo; colpa dello stadio di conversione, che ovviamente mi attendo essere di tutt'altra pasta su Integra.

Non potevano semplicemente creare 6000 e passa suoni nuovi?


Il senso del prodotto, però, è proprio quello di fornire un archivio esaustivo dei timbri Roland.

Ciao!
Jacopo

Re: Uguale ma non uguale

PostPosted: Fri Oct 26, 2012 10:30 am
by universo_parallelo
Finisce qua? Nessun'altra opinione, dunque?
Concordo ovviamente col post di JM, ma il mio era più un punto di vista... filosofico.
Non so se il termine l'ho usato impropriamente.

Il fatto che si sia "migliorato" un suono non significa che ne sia contento, non significa che lo cercassi migliorato, cosa si intende per migliorato?
Se un prodotto è stato utilizzato vent'anni prima da un gruppo per un brano che poi è diventato famoso,
vorrò riavere proprio quel suono, non un surrogato qualitativamente migliore.
Quindi cosa dovrei fare, programmare quel suono per "peggiorarlo"?

Ho riportato l'esempio dell'Integra 7 perchè è lo strumento che mette "più carne al fuoco", ma non è stato l'unico strumento preso in esempio.

Tra l'altro, l'emulazione di uno strumento precedente è una prassi vecchia quanto la nascita degli strumenti elettronici.

Se oggi nell'Integra 7 si emula un XV-5080, a suo tempo tra le patch dell'XV-5080 in alcune si tentò di emulare il Juno 6.
Non parliamo poi di tutti quei sintetizzatori digitali dei primi anni '80 e di tutti gli arranger che hanno tra i loro preset almeno un surrogato (per quanto possa esser mal riuscito) di un Hammond, di un Moog, oppure di un Wurlitzer.

Lo stesso Hammond nacque come alternativa economica agli organi a canne. Ne fu giusto un'idea, perchè già dalla nascita si identificò come uno strumento (in realtà una serie di strumenti, pure molto diversi tra loro) a parte.

E quindi si va a ritroso nel tempo, considerando la natura di certi registri degli organi a canne, che vorrebbero ricordare il suono di altrettanti fiati (es. il clarinetto).

Appunto, non c'è niente di strano, solo che tutti questi esempi riportano il tentativo di ricordare il più fedelmente possibile il suono di un altro strumento (fino ad arrivare ai suoni della natura): chi li ha progettati aveva come scopo ideale quello di riprodurre fedelmente quel dato suono, non di fermarsi a farne uno simile, nè di migliorarlo.

Per concludere, è bello poter avere la possibilità di acquistare uno strumento che mi permetta, tra le altre cose, di avere le timbriche di altri strumenti, senza dover ricercare nel mercato dell'usato proprio tali prodotti, ammesso che si trovino, ammesso che funzionino, soprattutto se comprarli usati mi costa quasi quanto, uguale o addirittura di più dello strumento nuovo.
Posso ancora capire l'incapacità di ottenere un clone perfetto, perchè il suono risulta esser leggermente peggiore, però ciò ha anche comportato ad una spesa nettamente inferiore.
Continuo a capire, si, ma non giustificare invece un prodotto che abbia la pretesa di migliorare il suono di un altro strumento che vuole emulare.
Il suono migliore in quel caso è quello identico all'originale, un clone perfetto, tutto il resto è un suono peggiore, anche se qualitativamente migliore.