Potrei arrivare ad un BIT UNO della CRUMAR, decisamente un bel prodottino per i video di S4K.

Il BIT ONE è stato il primo sintetizzatore della serie BIT prodotta dalla CRUMAR a partire dal 1984; si tratta di una macchina complessa nella gestione ma molto intuitiva per quanto riguarda la programmazione dei suoni. E’ nato da un’analisi commerciale realizzata da Sante Crucianelli e da Luciano Jura e da un’idea abbastanza geniale di quest’ultimo. Interessante è conoscere com’è stato concepito questo strumento. Dopo l’esperienza di Stratus e Trilogy, la Crumar sentì il bisogno di produrre un sintetizzatore serio ma dal costo relativamente contenuto, alla portata di tutti quindi. Luciano Jura ricevette la comanda; doveva trovare il modo di realizzare un 6 voci che costasse poco e che fosse di qualità. Jura racconta che un giorno, parlando con un amico progettista, ad un certo punto riceve, senza che l’interlocutore si rendesse conto, l’informazione che fa scattare la scintilla. Viene a conoscenza infatti che nel mercato esistevano dei nuovi circuiti integrati, dei divisori programmabili per l’esattezza. Da qui è partito il progetto Bit One che differisce elettronicamente da qualunque altro sintetizzatore mai costruito. Lavorando con i divisori programmabili e con un microprocessore (8051), responsabile della scansione di tastiera e quindi anche del midi, era possibile realizzare un sintetizzatore ibrido digitale/analogico dalle alte prestazioni ma dal prezzo tuttavia contenuto. Tutto il controllo del bit One risulta quindi digitale, mentre il resto è formato da sistemi analogici e filtri integrati. Non possiede manopole o potenziometri ma pulsanti che permettono la visualizzazione negli appositi display di numeri finiti per quanto concerne i valori dei vari parametri. Come abbiamo visto l’hardware digitale della macchina è stato una geniale intuizione dell’ingegnere Jura mentre per il software la Crumar si affidò all’ Esecui. L’Esecui era un istituto nei pressi di Ancona, sorto con lo scopo di aiutare le aziende elettroniche che si avvicinavano al digitale e quindi ai software. Il design del Bit One risulta innovativo, appiattito e aerodinamico, interamente in ferro nero con un pannello di controllo ridotto all’osso ma dal fascino tutto particolare; il responsabile del progetto estetico è l’architetto Jura, fratello del progettista elettronico della macchina. Inizialmente il Bit One doveva costare 1.400.000 lire; venne commercializzato invece con un prezzo di listino pari a 1.800.000 lire
ecco il testo integrale con scheda tecnica
http://www.enricobassi.it/bitone.htmSapete dirmi qualcosa di più utile?