Synthonia • Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer e Clavinet
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Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer e Clavinet

PostPosted: Fri Nov 28, 2008 8:30 pm
by ClaviKorg
Quando fu inventato l'organo Hammond, il suo creatore non aveva l'obbiettivo di fare uno strumento dal suono innovativo che poi avrebbe avuto il successo che ben conosciamo! L'organo hammond alle sue origini doveva essere uno strumento "domestico" che doveva riprodurre sonorità simili a strumenti classici come l'oboe, il flauto, e ovviamente l'organo a canne, ma per quel tipo di utilizzo fu quasi un flop, anche perchè la riproduzione di tali strumenti non era poi così accurata, e quel suono poi aveva alcuni "difetti" come il suo click... e invece poi fu rivalutato insieme a tutti i suoi "difetti" fino a diventare un MUST del rock e del jazz!

Come è iniziata la storia dei vari piani elettrici? I loro creatori speravano solamente di imitare il suono del pianoforte acustico o avevano gia la coscienza di aver creato qualcosa di molto particolare?

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Fri Nov 28, 2008 10:11 pm
by david
non ho idea sull'intento dei loro creatori, so solo che il primo vero e proprio pianoforte elettrico era un piano a coda con dei pick-up elettromagnetici, quindi presumo che fosse stato ideato per amplificare i pianoforti acustici, poi non so, sono supposizioni :D

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 2:42 am
by Support Synthonia
david wrote:non ho idea sull'intento dei loro creatori, so solo che il primo vero e proprio pianoforte elettrico era un piano a coda con dei pick-up elettromagnetici, quindi presumo che fosse stato ideato per amplificare i pianoforti acustici, poi non so, sono supposizioni :D

Hai capito, sisi.
Praticamente il Rhodes e il Wurlitzer non sono altro che il primo tentativo della storia delle "TASTIERE" di fare il verso alla chitarra.

Negli anni 50 cominciavano a venire fuori i primmi "MODELLI ROCK", di conseguenza si sentiva la necessità di dare "VOLUME" agli strumenti.

Il piano aveva di suo un AMPLIFICAZIONE NATURALE, quindi non aveva senso snaturarlo.

Quindi si è pensato di spostare il concetto dell'amplificazione dalla chitarra alle tastiere.

Se la chitarra era stata CLASSICA e con dei semplici PICK UP era diventata elettrica, allora perchè non farlo sulle tastiere.

IL RHODES è della FENDER, questo ovviamente non può che farvi capire il perchè di questo accostamento.
Del resto la chitarra è FENDER o GIBSON e la GIBSON oggi ha acquistato il marchio WURLITZER.


Concettualmente simile al Fender Rhodes, il Wurlitzer ha dei martelletti che percuotono lamelle metalliche (ance) la cui vibrazione è rilevata da un pick-up elettrostatico.
In pratica la chitarra applicata al piano.


Il concetto di base che differenzia il Rhodes dal Wurlitezer è che il primo è PASSIVO e non ha una sua amplificazione interna, il secondo è ATTIVO ed oltre ad avere un'uscita audio su JACK come il RHODES, ha anche delle casse sue con un EFFETTO TREMOLO INTEGRATO davvero stupendo.

Io ho un Wurlitzer da un mio caro amico e lo uso spesso, che dire per me la saturazione del suono è fondamentale.

Questo è il concetto all'origine di questi 2 strumenti, IL ROCK :mrgreen:

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 9:33 am
by Niki
:clap: :clap: :clap: Thread molto istruttivo :thumbup:

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 1:00 pm
by dladio
e invece il clavinet? è un po' differente dai primi 2, cosa cambia e perche' cambia?

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 3:02 pm
by U-Gum
La differenza tra Wurlitzer, Rhodes e Clavinet, oltre che nella circuiteria di amplificazione come dice Daniele(Non lo sapevo, bella informazione) sta anche nel tipo di percussione e di percussore usato.
Nel Wurlitzer si usano materlletti per percuotere veri e propri parallelepipedi metalici di spessore considerevole, nel Rhodes ci sono invece le lamelle che citava Daniele di spessore un po' meno rilevante rispetto alle dimensione di lunghezza e larghezza, mentre nel clavine ci sono dei "martelletti" simili a quelli del clavicembalo, che non percuotono ma pizzicano delle corde(In questo caso non ci sono blocchi metallici ma corde) anche nel clavine tutto è amplificato attraverso dei pick up elettromagnetici ad avvolgimento. Nel clavient era presente anche una parte dedicata alle modulazioni, 4 diversi filtri indipendenti(Brilliant, Trable, Bass, soft ), e 4 diversi settaggi dei pick up(Ponte, manico, ponte+ manico, ponte e manico in controfase)

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 4:12 pm
by Support Synthonia
La cosa che rende particolare il Clavinet è che ha il rilascio classico del pizzicato.
Quel retrogusto sonoro che lo rende molto utile in ambiente FUNK

Vi dimostrerò qualcosa nei prossimi video su Ne2, dove il Clavinet è stato simulato oltre che campionato.
Si parla infatti di una simulazione dei suoi PICK UP

Cosa interessante: alla fine del manuale di NE2 ci sono delle pagine sulla storia di questi splendidi strumenti VINTAGE :thumbup:

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer e Clavinet

PostPosted: Sat Nov 29, 2008 4:46 pm
by U-Gum
E già, io proprio li ho visto gli schemi e le differenze che scrivevo sopra.
Più vado avanti e più provo attrazioni che sfociano nel sessuale verso la clavia...
:D :D :D

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer e Clavinet

PostPosted: Sun Nov 30, 2008 4:44 pm
by david
Daniele wrote:Si parla infatti di una simulazione dei suoi PICK UP

come è possibile simulare i pick up di uno strumento? si campionano i suoni con le varie posizioni di pick up o si sfruttano particolari parametri del suono?

Re: Genesi dei piano Rhodes e Wurlitzer e Clavinet

PostPosted: Sun Nov 30, 2008 6:36 pm
by U-Gum
david wrote:
Daniele wrote:Si parla infatti di una simulazione dei suoi PICK UP

come è possibile simulare i pick up di uno strumento? si campionano i suoni con le varie posizioni di pick up o si sfruttano particolari parametri del suono?


Un Pick-Up non che è uno trasduttore che trasforma energia cinetica (la corda che vibra) in energia Elettrica sfruttando l'effetto di induzione elettromagnetica (Un materiale conduttore che si muove in un campo magnetico).
Tuttò ciò è modellabile a livello matematico in maniera più o meno esatta. Cioè possiamo sempre legare attraverso queste equazioni che fanno parte del modello un certo tipo di "ingresso" (Modo di vibrare della corda) all' "uscita" che genera (Segnale elettrico che va al pre-amplificatore del clavinet). Definito ciò nei nostri sistemi il modo di vibrare della corda è rappresentato dal sample di Clavinet che è nella memoria del Nord Electro e il processore svolte i calcoli che legano l'ingresso all'uscita, e il gioco è fatto. il Trade-Off sta nel riuscire a descrivere con un modello più esatto possibile il "sistema" Corda-PickUp.