il MIDI
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In questo forum "TERMINOLOGIA" sarà possibile inserire domande e dare risposte su tutti i termini e sigle che nn conosciamo.
Credo che piano piano arriveremo a poter creare una sorta di enciclopedia per l'utente del nostro forum.
Credo che piano piano arriveremo a poter creare una sorta di enciclopedia per l'utente del nostro forum.
il MIDI
by gilles » Mon Sep 21, 2009 9:23 pm
visto le varie domande che girano nel forum sul discorso Midi, come funziona, cosa posso fare, come fare, voglio "tediarvi" un pò con una semplice...ma luuuunghissima domanda:
cos'è il Midi?
se vi va di leggere un pochino e farvi una cultura....ecco un pò di informazioni utili.
Intanto partiamo con il dire che la parola Midi non è nient'altro che una sigla che sta a indicare Music Instrument Digital Interface, cioè interfaccia digitale per strumenti musicali.
In questa sigla son contenuti ben 2 concetti: l'interfaccia, cioè l'hardware standard che devono adottare gli strumenti per comunicare tra loro, e un protocollo, cioè uno standard di comunicazione: regole e messaggi che vengono interpretati e mandati dalle varie macchine per dialogare tra loro. Questi messaggi per esempio possono essere: suona il MI della 5 ottava, stoppa la nota, suona il lead pannato a destra con volume a 90, e così via.
tutti sti messaggi viaggiano "semplicemente" attraverso il cavo Midi che collega gli strumenti.
un pò di storia:
il Midi nasce all'inizio degli anni 80 grazie agli ingegneri Smith e Wood che propongono una communicazione tra i vari strumenti digitali. in quegli anni era una necessità tra i vari musicisti, soprattutto tastieristi con sempre più tastiere in palco...e sempre 2 mani da utilizzare.
già oberheim e roland avevano iniziato ad applicare dei sistemi di communicazione...ma tra le medesime case.
invece i signori Smith e Wood volevano ampliare il discorso a tutte le case...con un sistema che fosse standardizzato.
allora vennero contattate tutte le case produttrici per partecipare alla stesura definitiva delle specifiche midi.
tra i primi ricordiamo Roland, Yamaha e Kawai.
nel 1982 fu dato il via al "MIDI 1.0", cioè l'attuale midi che abbiamo ora.
ci furono un pò di casini all'inizio perchè i costruttori americani seguivano un protocollo diverso dai giapponesi.
con l'avvento del Midi 1.0 si standardizzò tutto.
dopo 20 anni è sempre lo stesso visto che il progetto era talmente perfetto che non ci fu bisogno di aggiornarlo.
per la cronaca, il primo synth dotato del Midi fu il Prophet 600 di SCI.
per i più tecnici; l'interfaccia Midi nient'altro è che una interfaccia seriale asincrona con data rate di 31,250 kbps, cioè 31250 bit per secondo.
asincrono perchè? perchè oltre che al segnale di massa e di alimentazione, c'è una linea di dati che fa la funzione sia di trasmissione sia di ricezione.
le tastiere ( o rack o quel che è) per l'appunto son dotati in genere di 3 connettori a 5 poli.
i 3 connettori sono rispettivamente:
MIDI IN
MIDI OUT
MIDI THRU
la prima porta è dove arrivano i dati e si collega o a un OUT o a un THRU
la seconda escono i dati.tutto ciò che eseguite esce da sta porta.
la terza è una copia identica dei dati che arrivano dal midi in e vengono buttati fuori identici. serve per collegare una master a più tastiere o expander o quel che è.
essendo la trasmissione asincrona, è necessario disporre di un bit di start e uno di stop, oltre agli
otto bit della trasmissione. quindi una parola che viene
ricevuta o trasmessa dall'interfaccia MIDI è composta da 10
bit:
Il sistema MIDI è fondato sull'utilizzo di canali indipendenti (16 per ogni modulo sonoro, di cui uno, il 10, è interamente dedicato alle percussioni) ed è quindi in grado di inviare più suoni contemporaneamente
Un messaggio MIDI è composto da un insieme di byte. Si possono distinguere due
tipi di byte: status byte e data byte
Un messaggio MIDI deve sempre iniziare con uno status byte. Quindi gli status byte sono
quelli inviati per primi e servono a decifrare i data byte successivi, senza possibilità di errori.
Gli status byte trasmettono il tipo di informazione (suona una nota, alza il volume, ecc).
I data byte invece servono per inviare gli eventuali parametri necessari per un corretto
funzionamento dello status byte. Il bit più significativo del data byte è uguale a 0 e quindi un data byte può assumere un valore decimale compreso tra 0 e 127
i canali MIDI possono essere paragonati ai canali televisivi: ad esempio se vedo in tv canale 5, ricevo i programmi che canale
5 diffonde via etere, e insieme a me li vedono tutti quelli che sono collegati e sintonizzati sullo stesso canale. Ovviamente chi
è sintonizzato su RAI 1 non riceverà le informazioni che il canale 5 trasmette e viceversa.
Allo stesso modo funziona per i canali MIDI, dove leinformazioni passano attraverso il cavo di trasmissione.
Ovviamente utilizzare un cavo MIDI per trasmettere un solo messaggio non sarebbe conveniente e per questo motivo una
linea MIDI è stata divisa in 16 canali (logici) di comunicazione. Ognuno di questi canali di comunicazione può trasmettere una
determinata informazione che può essere ricevuta da un dispositivo sintonizzato su quel canale.
Quando si preme un tasto in una master keyboard collegata con un cavo MIDI ad un expander, essa manda l'informazione
al modulo sonoro relativa alla nota che è stata premuta, con quale intensità ed in quale ottava. Il messaggio in questione si
chiama NOTE ON. Lo status byte informa che è stata suonata una nota. Il numero della nota che deve essere suonata viene trasmesso dal primo
data byte.
Se la tastiera è dinamica (cioè in grado di stabilire con quale intensità viene suonata una nota) allora quando si preme un
tasto, oltre ai due messaggi precedenti se ne aggiunge un terzo di tipo data byte che contiene tale valore di dinamica nel range
0-127, altrimenti se la tastiera non è sensibile alla dinamica, viene inviato un valore di default (generalmente 64).
I messaggi MIDI si dividono in due categorie principali:Channel Messages e System Messages
i messaggi di canale sono quelli che possono essere indirizzati ad uno qualsiasi dei sedici canali MIDI, essi si
dividono in:
Channel voice message;
Channel mode message.
Sono Channel Voices Messages i messaggi di:
Note on;
Note off;
Aftertouch (sia polifonico che di canale);
Pitch bend;
Program change;
Control change (da 0 a 119).
i "note on" producono l’inizio e la fine di un evento sonoro. Questi messaggi contengono diverse informazioni fondamentali, sia
per la loro logica di funzionamento che per la caratterizzazione del risultato sonoro. Un messaggio "Note On“ contiene le seguenti informazioni:
Numero di nota espressa in valori da O a 127.
Velocità di pressione del tasto (dinamica diesecuzione, velocity-on), sempre con un’escursione numerica da 0 a 127.
Informazioni di canale, da 1 a 16.
Nel caso di "Note Off" al posto del valore di velocity-on viene rilevata la velocità di rilascio (velocity-off). In realtà questo
valore, nella maggior parte dei casi, viene ignorato.
l' aftertouh come ben sappiamo, tradotto significa "dopo il tocco", questo messaggio esprime i valori di pressione che si
esercitano su di un tasto dopo che questo è stato premuto. I valori vanno, come sempre, da 0 a 127.
Ma che effetto produce l’Aftertouch?
In questo caso è difficile dare una risposta precisa, è possibile infatti assegnare a questo evento svariati "effetti".
Tutto dipende dalla versatilità dello strumento: possiamo ad esempio fare in modo che ai valori generati dalla pressione
sul tasto corrisponda un incremento del vibrato, oppure un aumento del volume, o ancora intervenire sui filtri del canale
di sintesi.
il pitch bend ( la "vita" per alcuni di voi:P) è stato e rimane uno dei controlli più utilizzati dai tastieristi nell’intento di simulare le capacità espressive di altri strumenti come la chitarra ed i
fiati. Il Pitch Bend provoca come effetto sonoro la modifica dell’intonazione della nota suonata in maniera tanto più rilevante, quanto
più ampia è l’azione esercitata sulla ruota o leva adibita al controllo. La trasmissione dei dati MIDI relativi al Pitch Bend è un po’ più
complessa che in altri controlli, a causa della notevole quantità di dati che è necessario generare per assicurare la continuità e la fluidità che
caratterizzano questo effetto.
Per questo motivo un messaggio di Pitch Bend è composto anziché dai due byte, caratteristici di quasi tutti i controlli, da tre byte. Il primo byte (di
stato) è sempre riservato al rilevamento del tipo di controllo e del numero di canale MIDI. Il secondo ed il terzo byte (di dati) esprimono i valori
d'intervento. La combinazione tra i due byte consente un’escursione totale di 16.384 step. Vista la necessità di dover creare Pitch Bend sia in
senso ascendente che discendente, i valori definitivi saranno: -8192 0 +8191.
il program change viene utilizzato per inviare un "cambio di programma“; i valori possibili vanno da 0 a 127.
Visto l'aumentare di tastiere, expander, effetti con a bordo spesso più di mille suoni, è facile immaginare
come questo comando risulti del tutto insufficiente se usato da solo.
In genere l’abbinamento tra i Program Change Messages ed altri Control Change rende possibile
superare il limite dei 128 suoni raggiungibili da questo controllo.
i control change, a differenza dei Channel messages, non contengono informazioni di
canale, bensì di sistema, quindi possono essere ricevuti da qualsiasi apparecchiatura
MIDI. Essi si dividono ulteriormente in:
System common message;
System Real time message;
System exclusive message
Ma come mai il protocollo MIDI prevede solo 16 canali?
Come detto i messaggi MIDI viaggiano serialmente, cioè uno dopo l'altro a pacchetti di 8 bit. Sappiamo che i primi 8 bit inviati riguardano lo status
Byte (byte di stato).
Per i messaggi di canale, fu deciso di assegnare il primo gruppo di 4 bit all'istruzione principale del messaggio ed il secondo gruppo di 4 bit alla
codifica dei canali. Usando soltanto 4 bit, il massimo dei numeri che si
possono rappresentare è, appunto, 16.
Con la diffusione del MIDI e la nascita di nuovi software, si pone il problema della comunicazione dei dati precedentemente gestiti dagli
strumenti musicali elettronici.
Nasce allora il nuovo standard che uniforma il salvataggio dei dati per permettere questa comunicazione tra computer e strumenti, e tra software diversi: il MIDI file.
Prima della definizione dello SMF (Standard Midi File), proposto per la prima volta nel 1986 dalla americana Opcode Systems e adottato nel
luglio 1988, i produttori di software musicale, per la memorizzazione di eventi MIDI, adottavano un loro particolare formato, con il risultato che,
pur essendo i dati memorizzati, della stessa natura e su stessi supporti, i brani MIDI registrati dovevano essere letti dallo stesso tipo di software
con cui erano stati creati.
L'implementazione e l'adozione dello SMF ha fatto in modo che, pur utilizzando software musicali diversi, la memorizzazione dei brani in
formato MIDI avvenisse con la stessa procedura, consentendo così lo scambio e l'utilizzazione tra computer e sequencer diversi.
Esistono tre diversi formati SMF:
Formato 0
Tutte le tracce di un brano vengono mixate in una singola traccia che contiene però tutte le informazioni degli eventi relativi a tutte le tracce del brano.
Formato 1
Le tracce vengono memorizzate in modo singolo e contengono gli stessi valori di tempo e metrica. La velocità del brano viene inserita nella prima traccia che fa da
riferimento a tutte le altre.
Formato 2
Le tracce vengono gestite indipendenti l'una da l'altra, con valori anche diversi di tempo e metrica.
Generalmente i più utilizzati sono il Formato 0, usato principalmente dai sequencer a lettura diretta, cioè che non devono caricare in memoria l'intera
sequenza, ma prelevano ed eseguono i dati MIDI direttamente ed il Formato 1 per i sequencer che possono creare e/o modificare SMF (specie i software
musicali i quali hanno in genere gestiscono entrambi i formati).
Il GENERAL MIDI (GM) nasce dunque per uniformare la risposta della varie apparecchiature
agli stessi dati MIDI. In altre parole, uno strumento che riceve un dato
MIDI deve rispondere allo stesso modo di un altro, anche di costruttore differente.
Si noti, comunque, che usando apparecchiature MIDI differenti i suoni saranno simili, ma non
identici, a causa soprattutto della diversa tecnologia usata dal costruttore.
c'è da dire infine che non tutte le tastiere di oggi son in grado di sfruttare tuttoa la gestione midi completa.
molte macchine vengono costruite per non svolgere il lavoro di master, quindi i controlli midi son ridotti.
altre macchine invece ( master keyboard) son costruite espressamente per la mappatura midi completa.
io personalmente utilizzo moooooltisssimo il midi, per la gestione di rack, pedali, bottoni, wheels, ribbon ecc.
molte volte passo più tempo a programmare tutta la "stesura" midi di un setup che il tempo impiegato per fare un suono:D
ho avuto varie tastiere...provate praticamente tutte..chi più chi meno.
e per ora le uniche 2 tastiere in grado di fare veramente tutto, e "dialogare" con qualsiasi cosa sono:
Oberheim mc 3000
Kurzweil k2600
cos'è il Midi?
se vi va di leggere un pochino e farvi una cultura....ecco un pò di informazioni utili.
Intanto partiamo con il dire che la parola Midi non è nient'altro che una sigla che sta a indicare Music Instrument Digital Interface, cioè interfaccia digitale per strumenti musicali.
In questa sigla son contenuti ben 2 concetti: l'interfaccia, cioè l'hardware standard che devono adottare gli strumenti per comunicare tra loro, e un protocollo, cioè uno standard di comunicazione: regole e messaggi che vengono interpretati e mandati dalle varie macchine per dialogare tra loro. Questi messaggi per esempio possono essere: suona il MI della 5 ottava, stoppa la nota, suona il lead pannato a destra con volume a 90, e così via.
tutti sti messaggi viaggiano "semplicemente" attraverso il cavo Midi che collega gli strumenti.
un pò di storia:
il Midi nasce all'inizio degli anni 80 grazie agli ingegneri Smith e Wood che propongono una communicazione tra i vari strumenti digitali. in quegli anni era una necessità tra i vari musicisti, soprattutto tastieristi con sempre più tastiere in palco...e sempre 2 mani da utilizzare.
già oberheim e roland avevano iniziato ad applicare dei sistemi di communicazione...ma tra le medesime case.
invece i signori Smith e Wood volevano ampliare il discorso a tutte le case...con un sistema che fosse standardizzato.
allora vennero contattate tutte le case produttrici per partecipare alla stesura definitiva delle specifiche midi.
tra i primi ricordiamo Roland, Yamaha e Kawai.
nel 1982 fu dato il via al "MIDI 1.0", cioè l'attuale midi che abbiamo ora.
ci furono un pò di casini all'inizio perchè i costruttori americani seguivano un protocollo diverso dai giapponesi.
con l'avvento del Midi 1.0 si standardizzò tutto.
dopo 20 anni è sempre lo stesso visto che il progetto era talmente perfetto che non ci fu bisogno di aggiornarlo.
per la cronaca, il primo synth dotato del Midi fu il Prophet 600 di SCI.
per i più tecnici; l'interfaccia Midi nient'altro è che una interfaccia seriale asincrona con data rate di 31,250 kbps, cioè 31250 bit per secondo.
asincrono perchè? perchè oltre che al segnale di massa e di alimentazione, c'è una linea di dati che fa la funzione sia di trasmissione sia di ricezione.
le tastiere ( o rack o quel che è) per l'appunto son dotati in genere di 3 connettori a 5 poli.
i 3 connettori sono rispettivamente:
MIDI IN
MIDI OUT
MIDI THRU
la prima porta è dove arrivano i dati e si collega o a un OUT o a un THRU
la seconda escono i dati.tutto ciò che eseguite esce da sta porta.
la terza è una copia identica dei dati che arrivano dal midi in e vengono buttati fuori identici. serve per collegare una master a più tastiere o expander o quel che è.
essendo la trasmissione asincrona, è necessario disporre di un bit di start e uno di stop, oltre agli
otto bit della trasmissione. quindi una parola che viene
ricevuta o trasmessa dall'interfaccia MIDI è composta da 10
bit:
Il sistema MIDI è fondato sull'utilizzo di canali indipendenti (16 per ogni modulo sonoro, di cui uno, il 10, è interamente dedicato alle percussioni) ed è quindi in grado di inviare più suoni contemporaneamente
Un messaggio MIDI è composto da un insieme di byte. Si possono distinguere due
tipi di byte: status byte e data byte
Un messaggio MIDI deve sempre iniziare con uno status byte. Quindi gli status byte sono
quelli inviati per primi e servono a decifrare i data byte successivi, senza possibilità di errori.
Gli status byte trasmettono il tipo di informazione (suona una nota, alza il volume, ecc).
I data byte invece servono per inviare gli eventuali parametri necessari per un corretto
funzionamento dello status byte. Il bit più significativo del data byte è uguale a 0 e quindi un data byte può assumere un valore decimale compreso tra 0 e 127
i canali MIDI possono essere paragonati ai canali televisivi: ad esempio se vedo in tv canale 5, ricevo i programmi che canale
5 diffonde via etere, e insieme a me li vedono tutti quelli che sono collegati e sintonizzati sullo stesso canale. Ovviamente chi
è sintonizzato su RAI 1 non riceverà le informazioni che il canale 5 trasmette e viceversa.
Allo stesso modo funziona per i canali MIDI, dove leinformazioni passano attraverso il cavo di trasmissione.
Ovviamente utilizzare un cavo MIDI per trasmettere un solo messaggio non sarebbe conveniente e per questo motivo una
linea MIDI è stata divisa in 16 canali (logici) di comunicazione. Ognuno di questi canali di comunicazione può trasmettere una
determinata informazione che può essere ricevuta da un dispositivo sintonizzato su quel canale.
Quando si preme un tasto in una master keyboard collegata con un cavo MIDI ad un expander, essa manda l'informazione
al modulo sonoro relativa alla nota che è stata premuta, con quale intensità ed in quale ottava. Il messaggio in questione si
chiama NOTE ON. Lo status byte informa che è stata suonata una nota. Il numero della nota che deve essere suonata viene trasmesso dal primo
data byte.
Se la tastiera è dinamica (cioè in grado di stabilire con quale intensità viene suonata una nota) allora quando si preme un
tasto, oltre ai due messaggi precedenti se ne aggiunge un terzo di tipo data byte che contiene tale valore di dinamica nel range
0-127, altrimenti se la tastiera non è sensibile alla dinamica, viene inviato un valore di default (generalmente 64).
I messaggi MIDI si dividono in due categorie principali:Channel Messages e System Messages
i messaggi di canale sono quelli che possono essere indirizzati ad uno qualsiasi dei sedici canali MIDI, essi si
dividono in:
Channel voice message;
Channel mode message.
Sono Channel Voices Messages i messaggi di:
Note on;
Note off;
Aftertouch (sia polifonico che di canale);
Pitch bend;
Program change;
Control change (da 0 a 119).
i "note on" producono l’inizio e la fine di un evento sonoro. Questi messaggi contengono diverse informazioni fondamentali, sia
per la loro logica di funzionamento che per la caratterizzazione del risultato sonoro. Un messaggio "Note On“ contiene le seguenti informazioni:
Numero di nota espressa in valori da O a 127.
Velocità di pressione del tasto (dinamica diesecuzione, velocity-on), sempre con un’escursione numerica da 0 a 127.
Informazioni di canale, da 1 a 16.
Nel caso di "Note Off" al posto del valore di velocity-on viene rilevata la velocità di rilascio (velocity-off). In realtà questo
valore, nella maggior parte dei casi, viene ignorato.
l' aftertouh come ben sappiamo, tradotto significa "dopo il tocco", questo messaggio esprime i valori di pressione che si
esercitano su di un tasto dopo che questo è stato premuto. I valori vanno, come sempre, da 0 a 127.
Ma che effetto produce l’Aftertouch?
In questo caso è difficile dare una risposta precisa, è possibile infatti assegnare a questo evento svariati "effetti".
Tutto dipende dalla versatilità dello strumento: possiamo ad esempio fare in modo che ai valori generati dalla pressione
sul tasto corrisponda un incremento del vibrato, oppure un aumento del volume, o ancora intervenire sui filtri del canale
di sintesi.
il pitch bend ( la "vita" per alcuni di voi:P) è stato e rimane uno dei controlli più utilizzati dai tastieristi nell’intento di simulare le capacità espressive di altri strumenti come la chitarra ed i
fiati. Il Pitch Bend provoca come effetto sonoro la modifica dell’intonazione della nota suonata in maniera tanto più rilevante, quanto
più ampia è l’azione esercitata sulla ruota o leva adibita al controllo. La trasmissione dei dati MIDI relativi al Pitch Bend è un po’ più
complessa che in altri controlli, a causa della notevole quantità di dati che è necessario generare per assicurare la continuità e la fluidità che
caratterizzano questo effetto.
Per questo motivo un messaggio di Pitch Bend è composto anziché dai due byte, caratteristici di quasi tutti i controlli, da tre byte. Il primo byte (di
stato) è sempre riservato al rilevamento del tipo di controllo e del numero di canale MIDI. Il secondo ed il terzo byte (di dati) esprimono i valori
d'intervento. La combinazione tra i due byte consente un’escursione totale di 16.384 step. Vista la necessità di dover creare Pitch Bend sia in
senso ascendente che discendente, i valori definitivi saranno: -8192 0 +8191.
il program change viene utilizzato per inviare un "cambio di programma“; i valori possibili vanno da 0 a 127.
Visto l'aumentare di tastiere, expander, effetti con a bordo spesso più di mille suoni, è facile immaginare
come questo comando risulti del tutto insufficiente se usato da solo.
In genere l’abbinamento tra i Program Change Messages ed altri Control Change rende possibile
superare il limite dei 128 suoni raggiungibili da questo controllo.
i control change, a differenza dei Channel messages, non contengono informazioni di
canale, bensì di sistema, quindi possono essere ricevuti da qualsiasi apparecchiatura
MIDI. Essi si dividono ulteriormente in:
System common message;
System Real time message;
System exclusive message
Ma come mai il protocollo MIDI prevede solo 16 canali?
Come detto i messaggi MIDI viaggiano serialmente, cioè uno dopo l'altro a pacchetti di 8 bit. Sappiamo che i primi 8 bit inviati riguardano lo status
Byte (byte di stato).
Per i messaggi di canale, fu deciso di assegnare il primo gruppo di 4 bit all'istruzione principale del messaggio ed il secondo gruppo di 4 bit alla
codifica dei canali. Usando soltanto 4 bit, il massimo dei numeri che si
possono rappresentare è, appunto, 16.
Con la diffusione del MIDI e la nascita di nuovi software, si pone il problema della comunicazione dei dati precedentemente gestiti dagli
strumenti musicali elettronici.
Nasce allora il nuovo standard che uniforma il salvataggio dei dati per permettere questa comunicazione tra computer e strumenti, e tra software diversi: il MIDI file.
Prima della definizione dello SMF (Standard Midi File), proposto per la prima volta nel 1986 dalla americana Opcode Systems e adottato nel
luglio 1988, i produttori di software musicale, per la memorizzazione di eventi MIDI, adottavano un loro particolare formato, con il risultato che,
pur essendo i dati memorizzati, della stessa natura e su stessi supporti, i brani MIDI registrati dovevano essere letti dallo stesso tipo di software
con cui erano stati creati.
L'implementazione e l'adozione dello SMF ha fatto in modo che, pur utilizzando software musicali diversi, la memorizzazione dei brani in
formato MIDI avvenisse con la stessa procedura, consentendo così lo scambio e l'utilizzazione tra computer e sequencer diversi.
Esistono tre diversi formati SMF:
Formato 0
Tutte le tracce di un brano vengono mixate in una singola traccia che contiene però tutte le informazioni degli eventi relativi a tutte le tracce del brano.
Formato 1
Le tracce vengono memorizzate in modo singolo e contengono gli stessi valori di tempo e metrica. La velocità del brano viene inserita nella prima traccia che fa da
riferimento a tutte le altre.
Formato 2
Le tracce vengono gestite indipendenti l'una da l'altra, con valori anche diversi di tempo e metrica.
Generalmente i più utilizzati sono il Formato 0, usato principalmente dai sequencer a lettura diretta, cioè che non devono caricare in memoria l'intera
sequenza, ma prelevano ed eseguono i dati MIDI direttamente ed il Formato 1 per i sequencer che possono creare e/o modificare SMF (specie i software
musicali i quali hanno in genere gestiscono entrambi i formati).
Il GENERAL MIDI (GM) nasce dunque per uniformare la risposta della varie apparecchiature
agli stessi dati MIDI. In altre parole, uno strumento che riceve un dato
MIDI deve rispondere allo stesso modo di un altro, anche di costruttore differente.
Si noti, comunque, che usando apparecchiature MIDI differenti i suoni saranno simili, ma non
identici, a causa soprattutto della diversa tecnologia usata dal costruttore.
c'è da dire infine che non tutte le tastiere di oggi son in grado di sfruttare tuttoa la gestione midi completa.
molte macchine vengono costruite per non svolgere il lavoro di master, quindi i controlli midi son ridotti.
altre macchine invece ( master keyboard) son costruite espressamente per la mappatura midi completa.
io personalmente utilizzo moooooltisssimo il midi, per la gestione di rack, pedali, bottoni, wheels, ribbon ecc.
molte volte passo più tempo a programmare tutta la "stesura" midi di un setup che il tempo impiegato per fare un suono:D
ho avuto varie tastiere...provate praticamente tutte..chi più chi meno.
e per ora le uniche 2 tastiere in grado di fare veramente tutto, e "dialogare" con qualsiasi cosa sono:
Oberheim mc 3000
Kurzweil k2600
kurzweil k2600x,versione4.0 + BOV, rom 1-2, pram, ram, hd interno. korg triton rack . roland v synth XT.axiom 49. korg trinity custom tamarra. korg M1
Re: il MIDI
by david » Mon Sep 21, 2009 9:32 pm
grazie Maestro.
Setup: Kurzweil PC3K7 - Roland V-Synth v2.0 - Proel Die Hard DH KS10BK
http://www.facebook.com/iniquabari
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Re: il MIDI
by Albertinuz » Mon Sep 21, 2009 9:54 pm
Gilles il re del Midi!
Grazie per il tutorial!!! Sempre impeccabile!

Kurzweil PC3X - Novation X Station 49 - Pianoforte KAWAY a muro - AKG K301XTRA - MacBook con Studio Logic 9, MainStage 9
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Re: il MIDI
by Support Synthonia » Mon Sep 21, 2009 10:32 pm
Più che il re del Midi dire che GILLES si merita proprio la lode quanto a stacanovismo...........
Grazie davvero per l'impegno e per il lavoro svolto...
questo è uno dei motivi per cui credo che lo nostra community e il nostro progetto avrà un grande futuro, semplicemente perchè ci sono persone come Gilles che si fanno "IL CULO"
Grazie!
Grazie davvero per l'impegno e per il lavoro svolto...
questo è uno dei motivi per cui credo che lo nostra community e il nostro progetto avrà un grande futuro, semplicemente perchè ci sono persone come Gilles che si fanno "IL CULO"

Grazie!
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Re: il MIDI
by alexdrastico » Tue Sep 22, 2009 12:14 am
ottimo gilles!!!! 

La vita è un pentagramma...fatto di righi e spazi! Incontrerai diesis che ti porteranno avanti e bemolle che ti porteranno indietro. Il musicista ora sei tu...fai della musica la tua vita...e della tua vita una musica.
-
alexdrastico - Junior Member
- Posts: 467
- Joined: Tue Feb 10, 2009 8:59 am
- Location: Padova
Re: il MIDI
by dladio » Tue Sep 22, 2009 9:58 am
voi non lo sapete, ma gilles a casa sua tira lo scarico premendo il il c4 del Kurz... (è collegato via midi)
scherzi a parte, per un paio di mesi ho cambiato tutte le mie combi implementando i suoni del nord electro..
poi mi sono detto, che faccio, ho un piano della madonna e gli metto sopra altri 5 layers?
allora ho riportato tutto com'era, scegliendo uno stile live più sobrio... (scelta SOLO personale e soggettiva)
invece ricordo che quando lavoravo solo coi VST facevo il macello...
Usavo l' ENERGY XT per ricreare un setup modulare virtuale, in cui 3 PRO53 entravano in Guitar Rig per ricreare il mio lead.. il tutto era mappato via midi su pedale, Ribbon (avevo l'exp mate allora) e wheel della UF6...
bellissimo
ragazzi imparate ad usare il midi che si possono fare cose impensabili
scherzi a parte, per un paio di mesi ho cambiato tutte le mie combi implementando i suoni del nord electro..
poi mi sono detto, che faccio, ho un piano della madonna e gli metto sopra altri 5 layers?
allora ho riportato tutto com'era, scegliendo uno stile live più sobrio... (scelta SOLO personale e soggettiva)
invece ricordo che quando lavoravo solo coi VST facevo il macello...
Usavo l' ENERGY XT per ricreare un setup modulare virtuale, in cui 3 PRO53 entravano in Guitar Rig per ricreare il mio lead.. il tutto era mappato via midi su pedale, Ribbon (avevo l'exp mate allora) e wheel della UF6...
bellissimo
ragazzi imparate ad usare il midi che si possono fare cose impensabili

Nord Lead 2X
Nord Electro 2
SampleTank & iRig Midi
Proel Die Hard Column Stand
Nord Electro 2
SampleTank & iRig Midi
Proel Die Hard Column Stand
Re: il MIDI
by gilles » Tue Sep 22, 2009 10:29 am
Dladio wrote:voi non lo sapete, ma gilles a casa sua tira lo scarico premendo il il c4 del Kurz... (è collegato via midi)
scherzi a parte, per un paio di mesi ho cambiato tutte le mie combi implementando i suoni del nord electro..
poi mi sono detto, che faccio, ho un piano della madonna e gli metto sopra altri 5 layers?
allora ho riportato tutto com'era, scegliendo uno stile live più sobrio... (scelta SOLO personale e soggettiva)
invece ricordo che quando lavoravo solo coi VST facevo il macello...
Usavo l' ENERGY XT per ricreare un setup modulare virtuale, in cui 3 PRO53 entravano in Guitar Rig per ricreare il mio lead.. il tutto era mappato via midi su pedale, Ribbon (avevo l'exp mate allora) e wheel della UF6...
bellissimo
ragazzi imparate ad usare il midi che si possono fare cose impensabili
ot:te scherzi....ma pilotavo macchina del fumo e luci via midi con il mio vecchio gruppo:P
kurzweil k2600x,versione4.0 + BOV, rom 1-2, pram, ram, hd interno. korg triton rack . roland v synth XT.axiom 49. korg trinity custom tamarra. korg M1
Re: il MIDI
by dladio » Tue Sep 22, 2009 6:09 pm
gilles wrote:Dladio wrote:voi non lo sapete, ma gilles a casa sua tira lo scarico premendo il il c4 del Kurz... (è collegato via midi)
scherzi a parte, per un paio di mesi ho cambiato tutte le mie combi implementando i suoni del nord electro..
poi mi sono detto, che faccio, ho un piano della madonna e gli metto sopra altri 5 layers?
allora ho riportato tutto com'era, scegliendo uno stile live più sobrio... (scelta SOLO personale e soggettiva)
invece ricordo che quando lavoravo solo coi VST facevo il macello...
Usavo l' ENERGY XT per ricreare un setup modulare virtuale, in cui 3 PRO53 entravano in Guitar Rig per ricreare il mio lead.. il tutto era mappato via midi su pedale, Ribbon (avevo l'exp mate allora) e wheel della UF6...
bellissimo
ragazzi imparate ad usare il midi che si possono fare cose impensabili
ot:te scherzi....ma pilotavo macchina del fumo e luci via midi con il mio vecchio gruppo:P
certo che lo so, e ci spiegasti pure come...
dai che bisogna solo collegare un pistoncino per il tasto del cesso e convertire l'impulso elettrico...
Nord Lead 2X
Nord Electro 2
SampleTank & iRig Midi
Proel Die Hard Column Stand
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Re: il MIDI
by scarface » Tue Sep 22, 2009 9:34 pm
Grandissimo Gilles... Grazie davvero per la spiegazione!!
Il MIDI è una bella cosa veramente, piano piano lo capisco sempre di più e le cose che si possono fare con esso sono allucinanti, cioè puoi fargli la qualunque e se lo si sa davvero bene si fa la qualunque.
Prossimo progetto, una patch domotica... controllare tutta la casa dalla tastiera
E' da pensare
Il MIDI è una bella cosa veramente, piano piano lo capisco sempre di più e le cose che si possono fare con esso sono allucinanti, cioè puoi fargli la qualunque e se lo si sa davvero bene si fa la qualunque.
Prossimo progetto, una patch domotica... controllare tutta la casa dalla tastiera

E' da pensare

Strumentazione: Korg X3, mixer trovato non mi ricordo dove (che spero tra breve verrà sostituito), amplificatore stereo
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«Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di un pianoforte»
(frase non so di chi, modificata da me)
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