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Synthonia • waldorf synth Q+

waldorf synth Q+

dagli ANALOGICI, ai primi DSP ibridi, fino ad arrivare ai più recenti VIRTUAL ANALOG e derivati

waldorf synth Q+

Postby Support Synthonia » Wed Nov 12, 2008 7:42 pm

Non abbiamo ancora parlato di questa azienda tedesca e dei suoi prodotti.

Cominciamo col parlare di quache prodotto più conosciuto come il Q+

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Dovrebbe essere un VA con filtri analogici se nn erro, giusto?
Si parlava con Zio Pino del fatto che ha un suono proprio duro e "TEDESCO".

Chi ha qualche esperienza in merito?
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Re: waldorf synth Q+

Postby LoZioPino » Thu Nov 13, 2008 2:26 pm

ciao, rieccomi qui ...
Ebbene si io possiedo una Waldorf Q blue limited edition. :oops:
E ora, se vi fa piacere vi esprimerò le mie impressioni generali sulla macchina. :crazy:
La acquistai nel 1998, diedi anni fa, da Merula... azzarolina come passa il tempo!!
All'epoca era considerata la "Cadillac" dei sintetizzatori analogici, la più potente in assoluto. Infatti la pagai la bellezza di 4 milioni e mezzo di vecchie lire.
Al colpo d'occhio si presenta in modo essenziale, piuttosto spartana e senza fronzoli.
Per non avere al suo interno circuitazione tipica dei veri synth analogici, pesa troppo.
Forse hanno voluto utilizzare materiali sicuri e solidi, considerato che al suo interno altro non c'è che una scheda tipo quelle dei pc.
La Q limited edition è la prima versione, che si presenta con un pannello superiore blue satinato opaco di ottima fattura, con serigrafie arancioni e profili laterali in noce. Ne furono fatti anche dei modelli tutti gialli che costavano un po meno. Ma pur sempre dello stesso materiale ma senza fianchetti in noce.
L'eleganza in persona per una "divina" di questo calibro.
Le versioni successive le hanno fatte tutte in metallo, con pannello semilucido e fianchetti laterali sempre in metallo. Non le fecero più gialle o blue ma, rosse e blu molto scuro quasi nero.
Se prima era spartana, ora è diventata una scatoletta di "tonno riomare" con manopole e bottoni.
E non solo... il suono delle versioni successive è più "digitale" della prima versione.
Suppongo abbiano risparmiato sui componenti, usando dei derivati.
Diciamo che da un punto di vista estetico la Q blue ha il suo caratterino, molto tedesco che forse, si sposa poco con la nostra cultura del "bello". Onestamente esteticamente parlando, mi piace di più il Virus Key, senza parlare del Nord Lead, che trovo di una bellezza senza confronti, anche se una tastiera rossa non la capisco, ammetto che sono bellissime.
Ma ora passiamo alla configurazione ergonomica del pannello superiore del Q blue.
Si presenta con uno spreco di potenziometri tutti neri tranne quello del cut off che è rosso, più una ruota a giri infiniti rossa anch'essa. I filtri fanno semplicemente paura, puoi creare un suono morbido come una piuma, oppure tagliente come una lama di coltello indù. Fino ad arrivare sulla soglia del non udibile. I bassi possono scendere sotto i 10hz. Il display a cristalli liquidi è di un giallo verdolino, è troppo piccolo, solo due righe, per circa 5cm di lunghezza e non permette il controllo simultaneo di più parametri. Teniamo conto che stiamo parlando di un concetto costruttivo di 10 anni fa. :think: :think: :think:
Il controllo manuale dei parametri, tramite tutte quelle manopole, è divertentissimo e permette di avere accesso ad ogni sfumatura che, la macchina permette di avere sul controllo del suono. Ci si può tirare fuori di tutto, l'unico limite è la fantasia.
Il suono che fuoriesce è un fat grasso ma così grasso che si rischia di bucare le casse dei monitor. La dinamica fa paura, i syn bass sono esagerati, talmente grassi che si turano le orecchie dai bassi che produce. Mi fa tremare i caloriferi dello studio, i vetri di casa e se alzo il volume sbudello le casse.
I pad sono magici, esoterici... quel suono grosso e morbido che non sai da dove arrivi, coi battimenti delicati ke non tagliano ma, che avvolgono e che danno alle mani un piacere immenso nel suonarli.
Le bells suonano come vetrini rotti sotto le scarpe, senti tutto!! Ti viene spontaneo girarti verso le casse per vedere il bicchiere che suona! heheheh :roll:
I polysynth sono grossi e taglienti allo stesso tempo ma sempre con quel sapore molto tedesco, da ppg e da wave per intenderci. Considerate però che il Q in effetti è come avere 8 ppg in cascata.
I lead synth sono gustosi e piacevoli da suonare e da modificare in tempo reale.
Il parco effetti lo trovo scadentino, troppo freddo e scarso di controlli.
Anche qui troppo spartana e tedesca. I delay sono macchinette con uno stacco di ritardo troppo freddo e meccanico, i reverberi ricordano un po i reverberi a molla dei vecchi binson... che a mio avviso non si addicono a questo tipo di strumento.
Il vocoder è tedesco che più tedesco non si può, alla kraftwerk. Poi ci sono i flanger i chorus gli ensemble ecc.... che non sono un gran che.
La tastiera è bella da suonare, morbida ma precisissima.
Il pannello posteriore presenta 4 uscite jack, così suddivise:
MAIN OUT (left stereo/right mono)
SUB 1 (left stereo/right mono)
SUB 2 (left stereo/right mono)
PEDAL/CV IN (1/2)
DIGITAL OUT (coaxial)
PEDAL (tip1/ring2)
MIDI in out thrue
In linea di massima secondo me è uno strumento per smanettoni, ottimo in studio, dove ti puoi preparare il tuo suono con calma e ci smanetti finchè non trovi quello che ti piace. Dal vivo secondo me è un disastro. Permette solo l'escursione singolare dei parametri di un preset. Se si ha esigenza di saltare da un suono all'altro, non si può fare, perchè non si possono richiamare i suoni per famiglie o organizzarseli vicini come si vuole, a meno che a priori a casa, non ci si prepari una scaletta dei suoni, mettendoli uno dopo l'altro. In tal caso basterà solo girare la manopolina rossa per avere sotto mano il suono successivo. E' chiaro che, è facile criticare uno strumento di 10 anni fa, avendo davanti come confronto le macchine di oggi che, mettono a disposizione parametri innovativi comodi da raggiungere con un colpo di dito sul display toucher. In conclusione, se volete un polisynt dal suono devastante, adatto a tutti i generi musicali ma sopratutto la dance, la techno ... è la macchina perfetta. Per il rock e il pop un po meno ma pur sempre uno strumento dal carattere che si sa distinguere. Una cosa è certa, non passa inosservata, non ha un suono ibrido, anzi, ha un carattere molto invasivo e possessivo. Vi consiglio di provarla, è divertentissima.
Come avete notato, non ho parlato di caratteristiche tecniche ma empatiche, perchè credo che la musica vada vissuta col cuore, con la mente, con le orecchie e con le nostre mani.
ciao
Last edited by LoZioPino on Thu Nov 13, 2008 2:52 pm, edited 1 time in total.
Guai se non fosse musica!
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Re: waldorf synth Q+

Postby Support Synthonia » Thu Nov 13, 2008 2:44 pm

Grazie Pino per l'ottima spiegazione, ricca di contenuti e sopratutto di "sentimento" :thumbup:
belle le tue ultime parole........

Circa il Waldorf, per quello cheho potuto provare ed ascoltare, credo sia una macchina molto "quadrata"

Come dici tu ha un taglio molto duro e definito, per certi versi molto simile a Clavia e Alesis, per altri forse ancora più fredda.

Sicuramente è un synth che negli ultimi 10 anni ha detto la sua ed ha fatto storia.
Oggi non ho ancora capito benissimo che tipo di strada abbia preso la nuova WALDORF.
Ho letto che ci sono stati degli avvicendamenti e degli scambi di Ing. Elettronici tra la Waldorf e un'altra azienda molto importante, ma non ho molto info in merito.

P.s.
Pino, si parlava in Hammond di CLICK e di Percussion, magari potresti fare un pò di chiarezza tra i 2 concetti?
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