Chi non ha mai sentito la frase: ”Programmare su Motif è complicato!”?
Forse la Yamaha Motif risulta essere meno intuitiva di altre workstation, ma appena ci si chiariscono le idee su alcune questioni, si capisce ben presto che il tutto non è complicato.
Sul lato destro della workstation in questione notiamo numerosi tasti, non facciamoci impressionare, servono per lo più come scorciatoia per selezionare una precisa voice o perform in un determinato banco senza dover necessariamente scorrere tra i vari menù, o possono essere utilizzati per esempio per “far tacere” un determinato Element. A proposito di Element chiariamo che questo non è altro che la waveform. Dunque: 1 Element = 1 Waveform.
In modalità Voice possiamo avere fino ad un massimo di 8 element.
In modalità Perform fino a 4 voice. Chiariti questi punti cerchiamo di capire come programmare un patch in modo semplice, o per lo meno nel modo che personalmente ritengo lo sia.
Prima di tutto bisogna conoscere il meglio possibile le voice “di fabbrica” e gli element che le compongono. Il metodo più veloce è cercare la (o le) voice che più si avvicinano al suono che vogliamo ottenere. Individuata la voice su cui lavorare sarà fondamentale capire quali element ci interessano e quali scartare e nel caso, quali waveform (element) aggiungere per ottenere il risultato voluto. A questo punto è fondamentale saper copiare element già debitamente programmati su altre voice: in modalità Voice selezioniamo la Voice su cui stiamo lavorando, premendo il tasto “job” selezioniamo, tra le diverse possibilità “copy”: ora basta selezionare la voice dalla quale vogliamo copiare l'element, e copiarlo nella nostra nuova voice indicando su quale element posizionarsi... il gioco è fatto!
Questa funzione ci permette di guadagnare tantissimo tempo e di ottenere la un element già pronto (o quasi) senza dover necessariamente programmare, intervenendo spesso su decine di valori.
Per modificare la voice basta premere “edit” e selezionare tramite i tasti posizionati sulla destra l'element in cui dovremo intervenire. In questa maniera possiamo modificare tutto ciò che riguarda il singolo l'element: velocity, pitch, note limit, filtri, inviluppi, equalizzazione, e chi più ne ha più ne metta. Se invece vogliamo modificare i parametri che coinvolgono tutta la voice, ad esempio gli effetti, le funzione da assegnare ai vari controllers o gli arpeggi, andiamo su “Edit” e successivamente “Common Edit”.
Tutto ciò si applica alla Motif XS ma poco dovrebbe cambiare su altri modelli, soprattutto nei più recenti .
Spero queste poche righe possano aiutare chi si avvicina per la prima volta al Motif o a chi vorrebbe farlo, ma ha paura di trovarsi di fronte una macchina troppo complicata: niente di più falso se si è dotati di una buona dose di pazienza accompagnata da tanta passione e magari prendendo il manuale (purtroppo spesso vago) come punto di riferimento.
Fabio Piras