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Synth Patches Video Demo Lessons Forum Community - Synthonia by SynthCloud

The Organ Grinder was the first Lounsberry Pedal designed for keyboards. Developed with the aid of Roger Powell of Utopia and Meat Loaf fame, it provides a fat, tubelike overdrive for clonewheel organs that can cover the gamut of organ sounds from Greg Rollie, to Jon Lord, Uriah Heep, and even Canterbury sounds.

It is a gain staged preamp with Germanium diodes. The onset of overdrive is gradual and can be easily controlled with the swell pedal. It adds compression and 2nd order harmonics. With it’s drive and transparency, it works extremely well even with complex chord shapes. Like all Lounsberry Pedals it sounds and plays more like an amp than a pedal, bringing to mind the tube power amp section of an overdriven Leslie cabinet. As it easily handles the low notes, the Organ Grinder also sounds awesome with bass guitar. Itt is the ultimate shredding device for the keyboardist who wants to rock.

 

 

Published in News

La pedaliera si presenta come seminuova, la signora evidentemente la suonava poco, lo si capisce dai lievissimi segni di usura sui tasti da Fa1 a Do2. Nelle mie ricerche avevo trovato dei copripedali di plastica in Germania ancora prima di avere l’organo… quindi dopo una bella pulita e lucidatura non c’è da fare altro. È perfetta. Invece dove appoggia la lingua di acciaio tipo molla sui pulsanti ci sono problemi con i feltri, che dovrebbero proteggere dalla polvere ma anche non far udire il rumore metallico quando si preme un pedale; questi feltri nel tempo hanno subito una deformazione, e si girano, scoprendo i pulsanti. Poi nel tempo Hammond ha provveduto a modificare questi feltri per non permetterne il malfunzionamento, e quindi in base alle foto che si trovano in giro, ho provveduto a realizzare feltri modificati.

Figura 1

Fig. 1 - I vecchi feltri

Figura 2

Fig. 2 - NUOVI FELTRI (si vede una dima che ho realizzato per farli uguali)

Figura 1

Fig. 3 - Montaggio nuovi feltri lato synth

Figura 1

Fig. 3 - Montaggio nuovi feltri lato synth

Figura 1

Fig. 4 - In questa foto di repertorio Web si vede come funzionavano prima

Figura 1

Fig. 5 - Eccola!

Published in Didattica

La revisione DWB, avendo avuto esito positivo, mi ha dato coraggio per proseguire... quindi dopo averla incartata per bene l'ho sistemata vicino al leggio.

Modificando una chiavetta a tubo sia in lunghezza che nell'esagono interno (che qui le misure sono in pollici) ho potuto eseguire lo smontaggio dei tasti del manuale superiore. Serviva proprio una chiave piccola così, che non avevo, l'accessibilità è scarsa per il manuale superiore, almeno fin quando non si supera il traliccio dei preset.

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Fig. 1 - Le due chiavi utilizzate per smontare i tasti, decisamente meglio quella a tubo, più piccola e più manovrabile con la leva

Figura 1

Fig. 2 - Appena tolta la barra anteriore dei feltri UpStop ecco la situazione... la polvere antica...

Quindi smontaggio OK! È sorprendente la meccanica dei tasti, molto semplice e geniale. Sotto i tasti... montagnole di polvere antica! E dato che l'organo veniva suonato da una donna, c'erano alcuni dei suoi ricordi, mollette per capelli, spilli vari e aghi (soldi niente purtroppo), e perfino residui di crema per le mani evidentemente messa prima di suonare.

Figura 2

Fig.3 - La vasca dopo la prima pulita

Inoltre vi era un odore strano che dopo le pulizie ecc. è fortunatamente sparito. Tutti i tasti, man mano che li smontavo, finivano in una bagnarola con detersivo e Viakal, e dopo tre giorni venivano lavati e asciugati.

Figura 3

Fig. 4 - La Disinfestazione


Appena  pulite le vasche le ho pitturate con una vernice speciale, antiossidante per lamiere zincate (c'erano delle macchie di ossidazione).

Figura 5 

Fig. 5 - Verniciatura delle vasche  

Fatto questo ho iniziato la lucidatura dei tasti eseguendo anche una modifica secondo le normative Hammond che ho visto nel corso degli anni, e cioè l'angolo arrotondato sul lato esterno di cascata su ogni tasto. Questo lavoro è stato fatto a mano con una lima, lucidati tutti i tasti uno per uno con pasta abrasiva e polish delle autocarrozzerie, una goduria... che quest'organo aspettava da tanto tempo!!!

Figura 6 

Fig. 6 - Lucidatura tasti con pasta abrasiva poi polish

Figura 7 

Fig. 7 - Aggiornamento curvatura bordo tasti

Ma il bello doveva ancora venire! Stavo ancora al manuale superiore... comunque, con tanta pazienza, finiti i 61 tasti, ho iniziato i Keycombs (come si dice....i pettini)! Quando era arrivato l'organo cercavo sempre di organizzarmi per fare questa fase di lavoro che mi impensieriva non poco, perché sapevo della difficoltà e dell'enorme importanza che hanno questi particolari. Essi determinano infatti la silenziosità e la scorrevolezza della tastiera

Figura 8

Fig. 8 - I keycombs prima della cura....

Ma ho avuto fortuna, in una visita ad un noto megastore di bricolage (L-M), ho trovato delle tavolette di feltro ben compatto dello spessore di 4mm, e a 4 soldi! C'è l'adesivo ma si toglie immediatamente immergendolo a bagno nel diluente alla nitro o acetone... poi si asciuga subito. Tutto con vera soddisfazione della saccoccia! Perché ordinare questi feltri in USA ha un costo elevato in relazione a quello che è il materiale.

Figura 9 

Fig. 9 - Le tavolette di Feltro di L-M 


Sicché, una volta tolto l'adesivo, con un taglierino ben affilato si procede a tagliare delle striscette a misura; anche qui bisogna fare attenzione, misurando bene.

Figura 10 

Fig. 10 - Costruzione dei listelli di feltro (hanno ancora l'adesivo perché sono i primi fatti per provare).

È bene sapere che i Keycomb non sono tutti uguali come sembrerebbe, sono fatti in settori a cui stanno applicati i feltri sui quali scorrono in verticale i tasti quando vengono premuti e vi sono due misure in ogni settore da 12 denti.

Figura 11 

Fig. 11 - Misure in pollici (ricevute da Bobman) della larghezza dei denti e relativa corrispondenza dei tasti.

 

Con la pinza perforatrice occorre praticare il foro, e mettere il ribattino, come da foto. Il lavoro è venuto al bacio, per la silenziosità incredibile che hanno ottenuto queste tastiere (anche perché lo spessore dei feltri originali è 2mm e io ce l'ho messo da 4... quindi sono forse un tantino più dure, ma con una guida migliore, e adesso dopo il rodaggio sono perfette). C'è bisogno di estrema attenzione nel ricollocamento di ogni tasto, la molletta ha 2 forellini, in questi due forellini ci devono entrare due pernetti che non permettono al tasto di avere un movimento anomalo, e siccome si lavora dalla parte anteriore non sono visibili e quindi bisogna "sentirli" con le dita prima di dare l'ultima stretta alla vite, muovendo il tasto lateralmente ed essere sicuri che siano entrati nell'alloggiamento.

Figura 12 

Figura 13 

Fig. 12 - Il primo settore Keycomb lato destro upper manual

Figura 14 

Fig. 13 - Ecco la molla su cui agisce ogni tasto premuto, si notino i due forellini di centraggio. Non c'è nulla di più comodo per lo smontare e rimontare, basta solo allentare i bulloncini e liberare il tasto...

Non nascondo che a fine montaggio di ognuno dovevo provarli, e qualche volta ho dovuto rismontare tutto intervenendo sul feltro troppo preciso, e talvolta anche sostituendolo... purtroppo il lavoro fatto a mano comporta questo! 2 giorni per i keycomb del manuale superiore, uno per uno con infinita pazienza e meticolosità. Alla fine fare un glissato a organo spento... e sentire appena il lieve movimento dei tasti resi silenziosi una cosa estremamente piacevole... Questo poi è stato adeguatamente coadiuvato dai feltri DownStop che ho provveduto a posizionare alla rovescia rispetto alla posizione originale. Per i feltri UpStop invece, essendo quelli che trasmettono il rumore di rilascio quando sono vecchi e pressati, ho risolto con la parte morbida del Velcro adesivo, tagliato a metà per tutta la lunghezza e senza togliere quello vecchio, ottenendo una silenziosità al rilascio incredibile.

 

A questo punto il lavoro prosegue tale e quale sul manuale inferiore ad uno ad uno i tasti tornano ai loro posti anche quelli dei preset, con completa revisione e manutenzione dei meccanismi di sgancio. 

 

Figura 15

Fig. 15 - Rimontaggio manuali terminato

Alla prossima puntata!

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Non appena arrivato l'organo in casa ho provveduto alle prime pulizie del caso, era molto sporco, di una patina vecchia di anni, si vedeva, devo dire però che questa "coperta" ha agito da protezione... perciò almeno l'aspetto esterno doveva essere sistemato anche se in modo preliminare.
Poi non ho potuto fare altro fino alla vendita del N-B3-p. Questo è quanto avviene il giorno dopo: piazzo l'organo in mezzo alla stanza e iniziano i lavori...
Premetto che non ho mai fatto prima un lavoro del genere, solo che da bambino volevo smontare tutto per vedere come era fatto dentro, poi una vita in un ospedale della meccanica ha fatto il resto.
Ma mettere le mani qua dentro ha un sapore tutto particolare oltre che quello musicale...

Quindi togliamo il leggio, sono solo 4 viti... non è vero, c'è da staccare anche il gruppo degli interruttori di avviamento, oppure rivoltare il leggio sopra l'organo: opto per la prima, per lavorare meglio. Questo organo ha la spia di accensione, che ne determina l'anno, che anche secondo il n. di matricola è il 1961.

La spia è un pezzetto di plexiglas infilato nel foro con una lampadinetta di dietro. Fa tenerezza. Mi viene da pensare che a quei tempi loro, il plexiglas, noi non sapevamo neanche cos'era... forse. Quindi tolgo il leggio e per preservarne l'integrità lo metto  subito sopra l'armadio; qua bisogna fare attenzione perché il legno del mobile è delicato. La polvere è presente in buona quantità... aspiro questa american dust!

Subito mi appare la barra DWB... tutti i fili... di qua e di là, 9 da una parte e 9 dall'altra, li seguo e vedo che convergono in quel telaio dove si fanno i collegamenti dei preset... Come tirarla fuori? Mentre stacco gli slider dei contatti, mi viene un'idea al momento azzardata, però mica male. Scendo sotto casa, ho un negozio di elettronica, in men che non si dica sono di ritorno con due coppie di connettori, quelli per le porte seriali dei PC (D-9 pin NdR) M / F che applicherò alle due estremità. Con il cuore in gola, taglio questi fili laterali.

 

Penso che l'ingombro di questi connettori gioverà allo spazio a disposizione dei fili che apparivano alquanto tesi e impedivano di lavorare. C’era effettivamente bisogno, i drawbars erano secchi stecchiti, e la loro scorrevolezza non era normale, quindi tagliando i fili ho potuto proprio revisionarla sul tavolo.

Figg. 2 e 3 - Panoramica delle Drawbars smontate

Oltre a farmi evitare le difficoltà che avrei trovato in caso contrario, questa decisione è stata un successo perché è come se fosse tutto un incastro (ci sono circa un centinaio di viti che tengono insieme tutto il marchingegno), ed è estremamente importante rispettarne la precisione nel rimontare. Ci sono dei tasselli di plastica trasparenti, uno per ogni "timone", ed alcuni avevano delle crepe:

li ho saldati con l'attak facendolo penetrare nelle crepe, ripulito tutto e anche le barrette metalliche sono state riposizionate, precise, per bene tutto OK.

 

E come suggerisce un certo Bobmann, ingrassato il tutto con grasso di vaselina.

Dopodiché ho eseguito le varie saldature dei nuovi connettori che vedete in foto. Quelle molle servono a mantenere collegati i connettori, mediante quelle viti lunghe e dei manicottini filettati che ho prodotto. È un adattamento ma alla fine funziona bene...

Alla prossima puntata!

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