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Come ho restaurato il mio Hammond RT-3 - Revisione barra drawbars


Written on Sunday, 22 February 2015 14:11
Written by  Enrico

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Non appena arrivato l'organo in casa ho provveduto alle prime pulizie del caso, era molto sporco, di una patina vecchia di anni, si vedeva, devo dire però che questa "coperta" ha agito da protezione... perciò almeno l'aspetto esterno doveva essere sistemato anche se in modo preliminare.
Poi non ho potuto fare altro fino alla vendita del N-B3-p. Questo è quanto avviene il giorno dopo: piazzo l'organo in mezzo alla stanza e iniziano i lavori...
Premetto che non ho mai fatto prima un lavoro del genere, solo che da bambino volevo smontare tutto per vedere come era fatto dentro, poi una vita in un ospedale della meccanica ha fatto il resto.
Ma mettere le mani qua dentro ha un sapore tutto particolare oltre che quello musicale...

Quindi togliamo il leggio, sono solo 4 viti... non è vero, c'è da staccare anche il gruppo degli interruttori di avviamento, oppure rivoltare il leggio sopra l'organo: opto per la prima, per lavorare meglio. Questo organo ha la spia di accensione, che ne determina l'anno, che anche secondo il n. di matricola è il 1961.

La spia è un pezzetto di plexiglas infilato nel foro con una lampadinetta di dietro. Fa tenerezza. Mi viene da pensare che a quei tempi loro, il plexiglas, noi non sapevamo neanche cos'era... forse. Quindi tolgo il leggio e per preservarne l'integrità lo metto  subito sopra l'armadio; qua bisogna fare attenzione perché il legno del mobile è delicato. La polvere è presente in buona quantità... aspiro questa american dust!

Subito mi appare la barra DWB... tutti i fili... di qua e di là, 9 da una parte e 9 dall'altra, li seguo e vedo che convergono in quel telaio dove si fanno i collegamenti dei preset... Come tirarla fuori? Mentre stacco gli slider dei contatti, mi viene un'idea al momento azzardata, però mica male. Scendo sotto casa, ho un negozio di elettronica, in men che non si dica sono di ritorno con due coppie di connettori, quelli per le porte seriali dei PC (D-9 pin NdR) M / F che applicherò alle due estremità. Con il cuore in gola, taglio questi fili laterali.

 

Penso che l'ingombro di questi connettori gioverà allo spazio a disposizione dei fili che apparivano alquanto tesi e impedivano di lavorare. C’era effettivamente bisogno, i drawbars erano secchi stecchiti, e la loro scorrevolezza non era normale, quindi tagliando i fili ho potuto proprio revisionarla sul tavolo.

Figg. 2 e 3 - Panoramica delle Drawbars smontate

Oltre a farmi evitare le difficoltà che avrei trovato in caso contrario, questa decisione è stata un successo perché è come se fosse tutto un incastro (ci sono circa un centinaio di viti che tengono insieme tutto il marchingegno), ed è estremamente importante rispettarne la precisione nel rimontare. Ci sono dei tasselli di plastica trasparenti, uno per ogni "timone", ed alcuni avevano delle crepe:

li ho saldati con l'attak facendolo penetrare nelle crepe, ripulito tutto e anche le barrette metalliche sono state riposizionate, precise, per bene tutto OK.

 

E come suggerisce un certo Bobmann, ingrassato il tutto con grasso di vaselina.

Dopodiché ho eseguito le varie saldature dei nuovi connettori che vedete in foto. Quelle molle servono a mantenere collegati i connettori, mediante quelle viti lunghe e dei manicottini filettati che ho prodotto. È un adattamento ma alla fine funziona bene...

Alla prossima puntata!


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Published in Didattica
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Last modified on Thursday, 26 February 2015 20:49