Synthonia

Synthonia

Tuesday, 09 June 2015 07:46

Moog Sub 37 synth Jamming

Moog Sub 37 synth Jamming

Tuesday, 09 June 2015 07:39

Roland Juno 106 Jamming

Roland Juno 106 Jamming

Monday, 08 June 2015 17:17

Kurzweil Forte Vs Roland Rd800

Kurzweil Forte Vs Nord Piano Rd800 - Piano Comparison ( Synthonia - Performer )

Monday, 08 June 2015 17:13

Kurzweil Forte Vs Nord Stage 2

Kurzweil Forte vs Clavia Nord Stage 2 - Piano Comparison ( Synthonia - Performer )

Korg kronos 2 2015 jamming part 2 ( Synthonia - Performer Alex Didonna )

Korg kronos 2 2015 jamming part 1 ( Synthonia - Performer Alex Didonna ) 

Wednesday, 04 February 2015 00:00

Andrea De Paoli - Intervista!

Riproponiamo l'intervista realizzata qualche tempo fa con Andrea De Paoli, tastierista dei Labyrinth, che entra in collaborazione con Synthonia proprio in questi giorni.

Ciao Andrea benvenuto su KS, sappiamo delle tue importanti collaborazioni e delle tue partecipazioni di rilievo all’interno del mondo metal e progressive italiano e internazionale anche in altri generi musicali.

- Come sei arrivato a seguire diversi percorsi artistici essendo partito da un approccio prettamente rock e metal?

- Ho iniziato suonare da molto piccolo, ogni volta che vedevo una tastiera bianca e nera ne venivo letteralmente affascinato perdendomi a suonare quello che mi veniva naturale per ore.

Il mio approccio stilistico è stato inizialmente istintivo, poi mi sono perfezionato attraverso studi accademici e non, prediligendo sempre di base la passione e l'istinto.

Le mie prime bands erano rock. Per fare esperienza e sbarcare il lunario visto che ero anche studente universitario mi cimentavo anche in altri generi come la musica tradizionale e il pop italiano.

Successivamente ho avuto una folgorazione per gli Iron maiden e i Dream theater mi ricordo che suonavo per ore le loro canzoni solo con la tastiera. In quel momento ho iniziato il mio percorso nel mondo metal.

Attraverso i primi album con gli Shadows of steel e nelle sezioni di registrazione sono entrato in contatto con membri dei Labyrinth con cui è iniziato un vero percorso professionale.

Questo ha permesso di farmi molta esperienza imparando vari aspetti importanti che contraddistinguono una carriera musicale, ho imparato come interfacciarsi con le etichette, diversi aspetti logistici durante live importanti e tours in giro per il mondo.

La stessa strada ho seguito per 4 o 5 anni anche con i Vision divine. Successivamente ho cominciato a sentire l'esigenza di lavorare su altre sonorità e collaborare anche con altri artisti per potermi sempre evolvere.

Nel 2005 ho iniziato a collaborare con Tony Liotta, drummer con un background eccezionale avendo lavorato come turnista con Gianna Nannini, Rocky Roberts, Chaka Khan, Tina Turner e tanti altri artisti come percussionista latino e fusion.

È stato molto stimolante dover rielaborare il proprio stile orientadosi molto di più verso il groove e l'armonia.

Io credo che un artista sia un animale in continua evoluzione e per questo non debba mai fossilizarsi.

- Potresti darci delle linee guida su come registrare le tastiere in studio?

- Come sempre nella musica le regole non sono quasi mai regole perché inevitabilmente succede sempre qualcosa che le sovverte. Nonostante questo a mio parere ci sono degli aspetti importanti che occorrerebbe sempre seguire.

Prima cosa bisognerebbe sempre registrare ogni singolo suono completamente dry bypassando riverberi e delay in modo tale da avere un suono più presente, crudo e manipolabile al 100% dagli effetti del proprio sequencer.

Seconda cosa utilizzare cavi corti per evitare solenoidi, bilanciati e di ottima qualità. Se si ha la possibilità utilizzare ottimi convertitori nell'acquisizione del segnale ed eventualmente un preamplificatore valvolare di alta qualità se si vuole ottenere un suono più caldo. Importantissima è anche la combinazione e l'intonazione tra gli oscillatori in layers, o duplicare stesse parti con suoni diversi. Ciò permette di rendere il sound molto più grasso e presente. Altro ingrediente fondamentale è la sperimentazione...ma anche l'inventiva individuale.

- È possibile ottenere gli stessi risultati dal vivo?

- La tastiera anche se non sembrerebbe è uno degli strumenti più difficoltosi da far rendere e sentire dal vivo soprattutto suonando un genere dove le chitarre sono predominanti.

Ineviabilmente molte delle frequenze dello spettro medio sono occupati dalle chitarre. È importante in fase di arrangiamento secondo me considerare questo problema che in seguito si presenterà dal vivo.

Specialmente nelle strofe serrate occorre usare le tastiere con parsimonia preferendo utilizzare poche note singole evitando accordi pieni e suoni con troppe frequenze basse e medie. È anche importante sapersi ritagliare intelligentemente i propri spazi.

Un'altra soluzione è quella di utilizzare una minima compressione per ogni tastiera a disposizione nel proprio setup dal vivo per ottenere un maggiore livellamento dei suoni facilitando e non poco il lavoro del fonico.

Anche un piccolo mixer per limitare i canali in uscita e avere un maggiore controllo sui propri volumi è un ottimo trucco.

È chiaro che a seconda delle dimensioni dei palchi e i paesi in cui si suona non è sempre possibile utilizzare lo stesso setup.

- Ascoltando i tuoi lavori con i Labyrinth e i Vision divine si nota che non ti fossilizzi su pochi suoni ma ti muovi anche tra elettronica e suoni vintage, è una tua scelta?

Una tastiera è un concentrato di elettronica quindi non utilizzare suoni elettronici sarebbe come salire su una bicicletta senza pedali. Il passato poi ci offre meravigliosi strumenti come gli organi Hammond o i piani Rhodes...

quindi perché non utilizzarli anche nel metal... la mia idea è quella di evitare il più possibile i cliché a favore della personalità del sound. E poi è anche molto più divertente smanettare con tutte le fantastiche manopole dei synth sfruttandone il più possibile le potenzialità e addentrandosi nella sperimentazione.

- Spesso si parla di strumenti virtuali e strumenti hardware, quali preferisci utlizzare?

- Mi piace utilizzarli tutti e 2, in varie modalità e combinazioni. Gli strumenti virtuali sono molto utili perché offrono la possibilità di attingere a diverse forme di sintesi in un ambiente ristretto. Negli ultimi 2 anni il mio Macbook non mi abbandona mai neanche dal vivo :) Gli strumenti hardware sono invece più dedicati e pratici da portare in giro.

- È difficile mettere tante idee e diverse personalità insieme all'interno di una band che si appresta a registrare un album?

- L'importante è che ci sia stima musicale e umana reciproca e che tutte le teste siano proiettate verso uno stesso obiettivo. Forse sarò stato fortunato, con i Labyrinth e altre bands in cui ho suonato questo meccanismo ha funzionato sempre molto bene.

- Quanto ti influenza la musica che ascolti nel creare musica e quali sono le tue fonti di ispirazione?

- La musica che ascolto e ho ascoltato mi influenza molto, sia a livello compositivo che tecnicamente, mi aiuta a ottenere buoni risultati quando registro altri musicisti nel mio project studio.

Da molti anni nel mio lettore mp3 ho sempre la musica in modalità random in modo che possa ascoltare diversi generi uno dietro l'altro defossilizzandomi le orecchie :)... è bello passare da Chopin, a Stevie Wonder, dai Rondò Veneziano ai Pantera e così via...

Sono una persona molto curiosa e ogni singolo momento della mia vita è un momento di ispirazione.

Anche certi film mi hanno influenzato moltissimo o anche libri, vicende umane , viaggi o paesaggi. Abbiamo un sacco di belle cose da cui attingere...

- Una domanda un po' particolare Andrea...credi negli alieni o in altre forme di vita extraterrestri?

- Non credo negli alieni, sono sicuro della loro esistenza. Se la vita è nata sulla terra allora deve essere una costante dell'universo. Siamo ancora allo stretto di Gibilterra come conoscenza dello stesso. Non dimentichiamoci che conosciamo solo il 2% della materia che costituisce il cosmo.

Se poi avete visto Incontri ravvicinati del terzo tipo sapete anche che gli alieni suonano le tastiere quindi sono nostri amici :D

- KS ti ringrazia per averci concesso l’intervista, vuoi aggiungere qualche consiglio?

- Grazie a voi per dare la possibilità a tanti appassionati di poter confrontare idee e conoscenze. L'unica cosa che vorrei dire è che occorre diffondere la musica nel mondo come forma di comunicazione ed educazione... come chiave d'accesso a un mondo migliore... un altro consiglio è quello di considerare la musica un concentrato di emozioni... usiamo la tecnica come strumento al servizio delle stesse!!! Ci vediamo a prossimi concerti!!!

Kurzweil Forte stage piano jamming by S4K ( Synthonia - Performer )

Saturday, 17 January 2015 19:49

La fisica acustica: il suono complesso

Abbiamo parlato nella scorsa puntata del suono semplice e delle sue caratteristiche.

Nella maggior parte dei casi il suono che percepiamo non è un suono semplice (oscillazione sinusoidale), ma è un suono complesso.

Per affrontare l’ argomento del suono complesso bisogna prima chiarire il concetto di inviluppo (del quale avremo modo di parlare più ampiamente nelle prossime puntate) e di armonici.

L’inviluppo di un suono è l’andamento della sua ampiezza nel tempo.

Consideriamo ora un suono strumentale. La sua complessità è evidente. L’ascolto anche di una sola nota ci dice come il suono sia costituito non da una sola oscillazione, ma da un numero più o meno alto di “elementi”. Questi elementi sono i suoni armonici.

I suoni armonici sono in precisa relazione tra loro e soprattutto sono relativi al suono fondamentale.

La definizione di suono complesso è:

oscillazione periodica formata da una frequenza fondamentale e da una serie di frequenze multiple di questa, dette armoniche di ordine superiore.

Questa definizione naturalmente rimanda direttamente al teorema di Fourier: “Ogni funzione periodica, comunque complessa, può rappresentarsi come somma di un numero di funzioni sinusoidali semplici le cui frequenze sono multiple di una frequenza fondamentale”.

Ciascun armonico ha quindi una propria frequenza ma anche una propria ampiezza e una propria fase assolutamente indipendenti da quelli della frequenza fondamentale. Proprio dal numero dei suoni armonici e dai valori dei singoli parametri di ciascuno dipende il carattere sonoro del suono complesso, cioè il suo timbro.

Il suono armonico può essere composto da un numero e da un tipo di armoniche diverso. Quindi un suono può avere più o meno armoniche, armoniche pari e/o armoniche dispari.

Vediamo la serie di armoniche a partire dal Do2 (circa 66Hz). Come possiamo vedere nell’esempio le armoniche che vengono a generarsi sono esattamente a degli intervalli precisi. Si parte da 66 Hz del Do2, poi 132 Hz del Do3 (rapporto di ottava), 198 Hz del Sol3, 264 Hz del Do4 etc.

Possiamo dare a questo punto la definizione di intervallo che è un concetto prettamente musicale, ma può anche essere definito da un punto di vista fisico. L’intervallo è la differenza di altezza tra due suoni la cui grandezza è rappresentata dal rapporto tra due frequenze.

Possiamo affermare quindi che sia il numero che il tipo di armoniche di un suono strumentale dipendono dalla forma e dal materiale dello strumento che lo genera: quindi possiamo dare una prima definizione del TIMBRO di un suono che dipende, da un punto di vista fisico, dal tipo e dal numero dei suoni armonici relativi a quello fondamentale che lo compongono, dalla loro ampiezza e fase.

Facciamo ora degli esempi pratici di suoni complessi.

L’ organo Hammond funziona esattamente così, attraverso la generazione di suoni fondamentale e armonici pari e dispari gestibili attraverso le Drawbars

Le classiche “onde” dei nostri sintetizzatori (triangular, sawtooth, pulse) non sono altro che suoni complessi formati da varie armoniche. Vediamole una per una:

Onda Quadra

I suoni armonici sono solo dispari, hanno la stessa fase e la loro ampiezza è direttamente proporzionale all’ordine dell’armonico

Onda Triangolare

I suoni armonici sono solo dispari e sono in contro fase. La loro ampiezza è direttamente proporzionale al quadrato dell’ordine dell’armonico.

Ciò significa che la seconda componente (che in realtà è la terza armonica essendo la seconda - pari - mancante) ha un’ampiezza che è un terzo al quadrato - quindi un nono - di quella della frequenza fondamentale. La quinta armonica sarà un venticinquesimo e così via.

Onda a Dente di Sega

I suoni armonici sono sia pari che dispari, hanno la stessa fase e la loro ampiezza è direttamente proporzionale all’ordine dell’armonico. Ciò significa che la seconda armonica ha un’ampiezza che è un mezzo di quella della frequenza fondamentale, la terza armonica ha ampiezza del valore di un terzo di quella della frequenza fondamentale e così via.

Per ottenere una dente di sega volta al contrario basta semplicemente cambiare la fase alle frequenze armoniche (contro fase).

Sembra un discorso molto complesso, ma basta semplicemente sommare algebricamente tutte le armoniche e la fondamentale per avere l’onda risultante.

Il suono degli strumenti acustici è anch’esso come detto un suono complesso. Rispetto a questi suoni appena descritti però bisogna analizzare anche delle componenti “inarmoniche” che emette uno strumento acustico. Esempio il rumore del martelletto di un pianoforte che batte sulla corda o il rumore dello sfregamento dell’archetto sulle corde di un violino etc…

Di tutto ciò parleremo ovviamente le prossime volte.

Sometimes the improper use of something may bring to something interesting...

This issue is for those who use an unique Korg Workstation during live concerts, and those who rack their brains to organize their patches in the best possible way.

I know so many keyboard players that leap manually from a mode to the other (namely, PROGRAM, COMBI, SEQUENCER) and without any sense. In my opinion, this is inconvenient and makes the live performance difficult to manage.

A concrete and quick method, but at the same time constraining, is the activation of the "10's hold" button, in the numerical keypad. The above mentioned tool works as a rapid-call instrument for 10 patch of the same modality. For instance, by setting our COMBI from A000 position to A009 and activating the button, our keyboard works as if we have a secondary bank A00- and numbers from 0 to 9 recall by just one click our COMBI. It is a good solution only for certain situations, but it cannot be considered an ideal setting.

The method I am going to show you is slightly more complicated but really effective and quick to be programmed. This method works on Triton Extreme, M3 and M50, while it is only a theory (but I am pretty sure it could work) for Triton classic, studio, LE, Karma and TR. The most important features are the SEQUENCER and CUE LIST in the relevant submenu, so for instance this method is not applicable on X50, and Triton rack.

It's been ten years since I've started using the Triton series in every possible way, and since I've known the Jordan Rudess' settings, that is, to organize patches in sequence, even if they repeat themselves, and make them going on, I always use COMBIs as the sole tool to organize the whole, also for just a single patch. I have always deleted the preset banks to develop my own personal COMBIs and I have replaced the categories names with the band names or the cover band names I have and I had, too. Moreover, every COMBI had its own song name and position number according to the song itself.

For instance:

B043 – Hereafter

B044 – Hereafter 2

B045 – Hereafter 3

B046 – Hereafter 4

…..

This has always led to some problems:

  1. Every single time I had to program a sound set for a new song, even if my sounds were already stored, I always had to copy them COMBI by COMBI, renaming everything
  2. The day I decided to change my Hammond (it could have been any other patch, anyway), I modified a lot of COMBI to catch every Hammond program stored within them
  3. Year by year, I have fully used all the banks of my Extreme, and everyone of you should know that I'm talking about one thousand slots, isn't it?
  4. The day I decided to modify a sequence of sounds by inserting a COMBI in more than a song, God only knows how many manual edits I had to apply to make all the sounds shift one location forward
  5. It always takes time to level the patches volumes... So much time!
  6. It's never been easy to distinguish which was the sound I was using from the COMBI name, because it did not identify the PROGRAMS of which the COMBI was made up of.

Time ago I had a brilliant idea about how to solve these problems, and you must believe me, the solution I found is the ultimate solution! I started to use the SEQUENCER improperly: I started thinking about the SONGS as they were simply COMBIs. Thus, I created my sounds just once, copying them from those COMBIs already programmed time after time by the function "copy from combi".

hen I created the sound sequences by the CUE LIST, that is, the SONG dynamic lists. And... What about the outcome?Here you are:

  1. Every time I have to program a sound set for a new song, I just have to recall them in a sequence in a new CUE LIST. To the utmost, I have to create some new COMBI in the SONGS, which is really quicker than in the past.
  2. As I want to modify one of my sounds, I do it just once, and it is recallable by all the lists.
  3. I do not change the COMBI locations anymore, so, if someone wants to keep the factory presets in place, he may do so.
  4. If I want to modify a sound sequence in order to add or delete something, it is possible to do it in a couple of seconds.
  5. It only takes a minute to level the patch volumes.
  6. Every sound has its own specific name which describes what I actually hear when I play the keyboard (strings, EmA lead, choirs, piano+pad, Strings/Saw lead etc.)

Obviously, there are some drawbacks, but nothing insurmountable. The numbers here below refer to Triton Extreme:

  1. The sequencer memory is temporary, as you shut down and restart, it will lose all data. You should save everything on a USB device, turn the keyboard on, upload contents, it only takes one minute!
  2. The storable COMBI /SONG are just 128. Look at me: JUST 128???
  3. The maximum number of the storable CUE LISTs is 20: just 20 songs indeed, but this does not constitute a problem; during the concert, as needed, it is possible to upload the second CUE LIST part, just a moment and everything will be done!
  4. The keyboard pedal is often used to advance between the stored sounds: according to the test I carried out, only M3 could work this way, by setting the switch in GLOBAL mode, not as "program up" but as "Data Inc". All the other keyboards must go manually!

Hoping to have been helpful, I am at your complete disposal for any further clarifications you may need! I will be happy to defeat your stress!

Emanuele Casali http://www.myspace.com/emanuelecasali

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