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Synthonia • i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Il nostro punto di vista
Forum rules In questo forum verranno inserite tutte le recensioni ufficiali prodotte dal Team di KS italia, alcune riprenderanno anche le VIDEO DEMO presenti sul canale Youtube.
Chi volesse produrre una recensione è liberissimo di farlo, ovviamente nn inserendo link a testi recensioni presenti altrove.

i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby gilles » Sun Dec 06, 2009 8:08 pm

ed eccomi qua come promesso
questi son i 2 articoli che avevo fatto per le fanzine dell'italiandreamers a suo tempo.
trattasi della fanzine 25 e 30 reperibili su http://www.italiandreamers.net sotto la voce fanzine.
trovate gli articoli correlati di foto varie...e foto fatte esclusivamente per gli articoli.
cmq questi son gli articoli:

articolo 1:

L’idea di scrivere questo articolo su Jordan è nata qualche giorno prima dei concerti di ottobre. Era un pomeriggio di ottobre e nell’angolino basso del mio desktop vedo che qualcuno mi sta cercando su Skype, era Jordan che voleva parlare con me. Il motivo di questa chiacchierata era soprattutto pianificare i tempi e le modalità per l’intervista che potete trovare nel DVD allegato a questa fanzine (ovviamente se vi siete iscritti per tempo!!!) ma le chiacchiere sono andate avanti anche verso altre direzioni. Qualche giorno prima al nostro amico Roberto Gualdi era venuta un’idea: “Perché non facciamo visitare il CPM a Jordan Rudess ?” La nostra macchina si era subito mossa in quella direzione soprattutto quando anche Franco Mussida aveva dato la disponibilità ad aprire la sua scuola alla visita di Jordan e a fare lui stesso da cicerone al tastierista dei Dream Theater. Visto che questo pomeriggio già è descritto nel precedente articolo di questa fanzine, torniamo alla telefonata con Jordan: i tempi e le modalità per l’intervista erano decisi ma sia a me che a Jordan ci sembrava mancasse qualcosa per completare l’opera. Ebbene si; durante l’intervista non avrebbe avuto il tempo di spiegare completamente la sua strumentazione per cui si pensò ad un articolo per integrare il tutto e qualche foto per i dettagli. Dal DVD si può perfettamente notare chi ha scattato le foto presenti in questo articolo; foto che sono state prontamente passate ad una persona che sicuramente sapeva cosa farsene. Chi meglio di un grande fan di Jordan e anche studente del CPM? Il nome di colui che ha messo le basi per questo articolo è Gilles Boscolo; il suo articolo è stato inglobato in queste pagine che riportano anche un’intervista fatta a Jordan durante il tour di giugno dai nostri colleghi francesi. Questo collage è un po’ il completamento naturale di tutto quanto visto nel DVD e vi servirà ad entrare ancora di più nel fantastico mondo di Jordan Rudess. La parola, quindi, passa a Gilles:
Tutti sappiamo la storia di questo uomo, come è diventato uno dei migliori tastieristi esistenti, che scuole ha fatto e con chi ha suonato. Con questo intervento entrerò nel merito della strumentazione che Jordan ha usato in tutti questi anni. La prima apparizione di Jordan in Italia fu, per coincidenza, sullo stesso palco dei Dream Theater, in opening ai loro concerti nella primavera del 1998; unico concerto per l’Italia fu Pordenone ed appunto fu il duo Rudess e Morgenstein ad allietare il pre-concerto con una prestazione che lasciò parecchi di stucco. Nonostante la partecipazione al Liquid Tension Experiment tutto iniziò nel 1999 con un video mandato da Mike Portnoy al Fan Club italiano durante le registrazioni di Metropolis 2, fu la presentazione ufficiale di Jordan in veste di membro dei Dream Theater; ed in quel video compariva una tastiera poco conosciuta a quel tempo. In quegli anni (ed ancora ora) nel mondo del prog e rock si utilizzava per la maggior parte tastiere e sintetizzatori di casa Korg. Da quel momento tutti i fan si informarono su chi era Jordan Rudess, cosa aveva fatto,
la sua strumentazione, etc. un pò come una caccia all’uomo. Si scoprì che era endorser di casa Kurzweil, e collaborava attivamente con quest’azienda per lo sviluppo delle loro tastiere e già con i Liquid Tension Experiment aveva utilizzato i loro suoni molto belli, completi e vari. L’uscita di Scenes from a Memory fu un colpo grosso per coloro che erano abituati ai pochi suoni (seppur perfetti) dei precedenti tastieristi, mentre in questo nuovo album, ogni canzone, ogni minuto era una scoperta nuova. Ma ovviamente noi tastieristi siamo cocciuti e sappiamo che in studio di registrazione si può far miracoli e la domanda più ricorrente era: dal vivo come farà il signor Rudess a riproporre tutta sta varietà di suoni in così “poco” tempo?
Facciamo un piccolo passo indietro.
NAMM del 31-1-1999. Jordan Rudess si presenta con Rod Morgenstein in una performance semplicemente strabiliante (la stessa tenuta in quel di Pordenone qualche mese prima!!!). Riproponendo varie canzoni del loro album si presenta in palco con un’unica tastiera Kurzweil k2500.Morgenstein passa in secondo piano (anche se la sua esibizione è perfetta), tutti sono incantati dall’immagine di questo tastierista proiettata nello schermo dietro al palco. Riesce a fare cento cose nello stesso attimo, con suoni divisi a destra e a sinistra della tastiera che ogni tanto cambiano, utilizza il sequencer in modo assurdo, preme bottoni e succede sempre qualcosa di nuovo. Jordan sembra tutt’uno con la tastiera, e nella serata spiega molte cose sul suo modo di suonare: utilizza moltissime funzioni di questo strepitoso sinth, riesce a dividere la tastiera in molte parti, sovrappone suoni, utilizza basi fatte in precedenza e le fa partire nel momento in cui preme una determinata nota. I “mille” suoni li cambia in un modo molto efficace, li mette in lista e con un semplice pedale li fa avanzare progressivamente. Va detto che tutte queste funzioni si possono trovare anche in altre tastiere, solo che molti o non le conoscevano o non le utilizzavano. Grazie a lui inizia una vera e propria moda, e Kurzweil incrementa le vendite delle sue tastiere.
Ritorniamo a Metropolis 2, alla prova del nove del tour: cosa ci si può aspettare? Prime indiscrezioni affermano che utilizzerà molte tastiere per ovviare ai molti suoni e parti fatte sul cd, si parla di campionamenti e parte la paura del cosidetto playback: tutto assolutamente falso in quanto Jordan si presenta con un’unica tastiera anche in questo caso. Il modello è cambiato, Kurzweil k2600xs (x sta per 88 tasti e s per il sistema di campionamento). Semplicemente strepitosa, una tastiera potentissima, una marea di controlli real time, mille funzioni midi, un sistema di sintesi praticamente perfetto (v.a.s.t.), un sinth strepitoso per un altrettanto strepitoso tastierista.
Alle sue spalle (Rudess suona di lato, rivolto a Portnoy) però si vede un rack composto da 2 expander Korg Triton, 2 Kurzweil k2600r (r sta per rack) e un’altra k2600xs sopra questo. Gli expander non son altro che moduli sonori, avere un k2600r è come aver una tastiera k2600 senza però tasti, leve, levette ecc., stessa cosa per il Triton, per cui è come se Rudess utilizzasse in tutto 4 tastiere k2600 e 2 Triton. C’è da dire che non tutti sono utilizzati in pieno, in quanto un Triton e un k2600 sono “di riserva”, cioè se si rompe uno...è subito pronto l’altro, e gli altri Kurz servono uno per aumentare la polifonia della tastiera e l’altro settato solo sul kb3, cioè il sistema di riproduzione degli organi Hammond su Kurz. Rudess preferisce usare una potente tastiera come master e prendere i suoni da expander, il tutto collegato a un mixer che in questo caso è un Makie 1604VLZ Pro. Sempre in questo rack inserisce due hard disk, dai quali prendeva altri suoni e campioni, uno tra tutti il sitar di Home.
Jordan manda avanti questa “baracca” con 2 semplici pedali, uno per il sustain e uno per il cambio suoni. Con questo pedale (in gergo “Data Inc” riesce a far tranquillamente tutto un concerto utilizzando una tastiera sola, ma sopratutto senza diventare matto a pigiare in continuazione altri tasti che non siano quelli bianchi e neri. Faccio l’esempio di una canzone in cui ci sia una sequenza del tipo: piano>violini>lead. Lui setta la tastiera per quella song con suono numero 1 piano, numero 2 violini e al numero 3 il lead, poi non deve far altro che pigiare sul pedale e zac … prima pianoforte ... poi preme e … violini e così via. Nel tour di Metropolis 2000 c’è un esempio emblematico in cui Rudess da sfogo alle sue capacità tecniche e di programmazione, con un assolo che resterà nel cuore di tutti i tastieristi, dove cambia suoni, usa gli slider per far “entrare” progressivamente effetti e suoni, fa partire basi, insomma fa di tutto. E così molti tastieristi iniziano ad amarlo e k2600 diventa la tastiera da sogno. Molti la comprano perchè vogliono esser come lui, pensando che chi ha una k2600 per forza di cose è un “mostro”. Ma piano piano si scopre che, si, la tastiera fa di tutto, ma bisogna saperla usare, bisogna saper metterci le mani, e non essendo tutti Rudess molti iniziano a stancarsi di programmarla e scervellarsi. Avviene così una divisione
in due gruppi, c’è chi compra la k2600 solo per “estetica” e chi inizia a “smontarla” per capire in tutto e per tutto cosa sia in grado di fare questo mostro.
Tornando a Jordan, terminato il Metropolis Tour, i Dream si prendono una piccola pausa riflessiva prima di rientrare in studio per diversi mesi per registrare un album che segna una prima svolta stilistica per il loro genere. Six Degrees vede una successiva svolta anche in campo tastieristico in quanto la ricerca dei suoni progredisce con effetti e lead diversi da prima. Anche le sonorità sono diverse, in alcuni brani più aggressive, in altri più sperimentali. La conferma di questa svolta l’abbiamo nel relativo tour. Rudess cambia qualcosa nel suo rack, sempre posizionato alle sue spalle: la k2600 che aveva sopra viene sostituita da un altro expander k2600r, poi sempre i 2 rack Triton, il suo mixer, i suoi hard disk, ed in più fa da contorno una tastiera Korg Karma, dalla quale prende molti suoni. Torna a far parte del suo keyboard world il giovanissimo Bert Baldwin il quale, dopo aver dato una grossa mano a Jordan nella programmazione delle tastiere in studio lo segue anche in tour come tecnico di palco.
Un’altra novità salta subito agli occhi… Rudess “gira”: la Kurzweil k2600xs viene montata sopra un tubo rotante, abbandonando il classico portatastiera a X. In questo modo Rudess può girare e guardare prima il palco, poi il pubblico, poi gli spalti, e viceversa dare l’occasione di farsi vedere a 360 gradi. La cosa è più difficile di quanto sembri, oltre al problema di suonare girando c’è anche un problema logistico: come fare a cambiare i suoni e fare le parti con il sustain quando si è in una posizione diversa? I pedali così si moltiplicano. Jordan addotta due posizioni di comodo, una classica di fianco, guardando Portnoy, ed una rivolto al pubblico.Utilizza un pedale per il sustain, uno per il Data Inc, uno con funzione di Wha Wha per i lead ed uno per simulare l’effetto leslie degli organi, ovviamente moltiplicati per le 2 posizioni. In questo modo suonando sia di lato sia frontale sotto i suoi piedi ha i medesimi pedali. utto ciò è molto semplice da programmare visto la grande disponibilità di pedali che la Kurz può adottare. Le altre posizioni (tipo quando da le spalle a Portnoy) sono solo di passaggio, lì non ha pedali.
Il 17 febbraio del 2002 (giorno successivo al concerto di Dream a Bologna) Jordan tiene una lezione/concerto a Monselice in provincia di Padova, una serata semplicemente stupenda.
Utilizza solo una Kurzweil k2600x, eseguendo brani dall’album “Rudess-Morgenstein Project” e spiega le tecniche che utilizza in live e per esercitarsi. Termina l’esibizione con una “The Spirit Carries On” suonata con il piano Kurz e cantata praticamente da tutti i presenti.
Durante questo tour nasce un piccolo problema per Jordan: le parti di tastiera, gli intro e i vari sample sono cosi tanti che la Kurzweil viene praticamente “tappezzata” di fogliettini che aiutano Jordan durante la serata. Infatti, durante il concerto “tributo” ai Metallica, Rudess deve utilizzare un leggio davanti alla tastiera, con il conseguente problema di non poter “girare” (sempre se lo vogliamo chiamare problema). E’ a questo punto della sua carriera che esce un nuovo lavoro solistico (tutti gli altri erano passati praticamente in sordina poiché avevano visto la luce prima del suo ingresso nei Dream Theater): “Feeding the Whell”, con sonorità diverse da quelle sentite nei lavori dei Dream, stessa cosa accaduta successivamente con “Rithm of Time”; lavori dei quali risulta difficile parlare in quanto mai portati dal vivo, e per i quali non si è a conoscenza completa della strumentazione usata. Vale la pena ricordare che Rudess risulta endorser oltre che di Kurzweil anche di alcune case costruttrici di effetti, amplificazione, programmi per PC, per cui si presume che per i suoi lavori solistici in studio vada ad attingere un po’ dappertutto.
Tornando ai Dream Theater, invece, Train of Thought segnala un’altra svolta, questa volta anche molto criticata. Si parla di mancanza totale della presenza delle tastiere all’interno dell’album, dello scarso apporto musicale da parte di Rudes e chi più ne ha più ne metta. Le parole di Jordan riguardo all’album parlano da sole: “Rispetto agli altri album Train Of Thought mi ha appagato in maniera diversa: anche se si sentono meno le mie tastiere, ci sono chiaramente molte parti di tastiera e se le togliessi, ti chiederesti: cosa succede, manca qualcosa! In Train Of Thought i miei suoni erano spesso là per sostenere la chitarra, per rendere l’insieme più “grungy”, più potente e durante gli assoli, in alcuni momenti, la gente poteva pensare che fossero di chitarra, e una volta arrivati al concerto si rendevano conto che erano di tastiera”
Per il tour il “tubo rotante” viene cambiato con un traliccio ed in più Jordan monta davanti alla tastiera una specie di monitor. Si chiama Music Pad Pro, costruito dalla Freehand System. Su questo monitor Rudess può scriversi tutte le parti delle song, appunti, passaggi, assoli, insomma tutto ciò che non si ricorda durante l’esecuzione, e, comandato da un altro pedale messo sotto i suoi piedi nella posizione laterale, può averlo sotto gli occhi mentre gira con il suo portatastiera. Il suo rack si allarga e viene posizionato con la faccia rivolta verso il pubblico. Viene aggiunto anche un ulteriore Kurzweil k2600r montato sotto il mixer e non tutti lo notano. Leggende metropolitane dicono che serva ad effettare il Triton, ma molto più probabilmente serve per aver ancora più memoria per il tour. Così siamo arrivati quota 4 k2600r, 2 Triton
rack, 2 hard disk, un mixer e una Korg Karma, tutto pilotato dalla solita master k2600xs. Sul fianco sinistro della tastiera, sopra le 2 whell, viene posizionata una scatolina con la quale Jordan può regolare il volume generale di tutto il suo arsenale. In più si fa installare alle sue spalle un mixer Behringer Eurorack Pro rx 1602, con cui può gestire a suo piacimento i suoi “in ear” monitor.
Questo tour risulta sfortunato dal punto di vista operativo sia per Jordan che per Bert i quali più volte hanno problemi alle tastiere. La prima volta che Mr. Murphy fa capolino è a Stoccarda quando la tastiera di Jordan si spegne alla fine del primo atto del concerto e per alcuni minuti non si riaccende. Il quarto d’ora di pausa si allunga di altri 20 minuti che servono per ricaricare i suoni per i brani mancanti. Un altro caso, e di maggior portata, capita al Palamalaguti di Bologna, dove nel bel mezzo di Stream of Consciousness la tastiera smette di suonare. Rudess alza le mani ed esce dal palco non potendo intervenire immediatamente sulla tastiera. La canzone continua e questo power-trio improvvisato entra nella storia. Le cause sono dovute ad un sovraccarico dei sistemi di protezione e alimentazione alternativa; in poche parole i gruppi di continuità del reparto tastiere non hanno retto al momento di un calo di tensione e tutto il rack di Jordan si è spento perdendo tutti i suoni e le impostazione già caricate. Ovviamente il concerto non poteva interrompersi per cui, dopo un breve consulto con Mike (che nel mentre stava suonando!!!) si è deciso di caricare i suoni per un ultimo brano che fu eseguito proprio dopo Stream of Consciousness.
Il 7 luglio 2004, dopo le 3 date one-off in Italia, Rudess è di nuovo ad Este; per la terza volta dopo il clinic del 2002 e la serie di clinic, concerto acustico e presenza alla festa del decennale Italian Dreamers nell’agosto 2003. Con grande sorpresa non si tratta di una semplice esibizione, ma di una vera e propria Master Class dedicata ad allievi scelti da lui stesso mediante provino. Sul palco vengono montate una Kurzweil k2600xs ed una Triton Extreme, l’ultima nata in casa Korg. Il concerto della stessa sera Rudess lo esegue con questa nuova tastiera, affiancata da una Karma, e con uno Steinway. Il pubblico rimane un pò spaesato, i suoni non sono quelli soliti, molte cose cambiano, non c’è feeling tra le sue mani e lo strumento ma, il concerto viene comunque svolto alla perfezione. Iniziano a circolare delle voci incontrollate circa la fine del legame professionale con la casa Kurzeil a favore della Korg. Jordan dichiara più volte che la Kurzweil non ha più interesse a lasciarlo sviluppare nuovi suoni, nuovi programmi per le tastiere e, visti anche i problemi avuti durante l’ultimo tour, Rudess fa l’occhiolino alla Korg che non perde l’occasione di lasciare la possibilità di utilizzare le nuove tastiere al Keywiz. Molti restano senza fiato (i più fanatici si sentono traditi!!!) mentre in internet iniziano a girare video e foto che ritraggono Jordan sempre in compagnia di una Triton Extreme. Compare anche nel video dimostrativo di un nuovo “giocattolo” chiamato Receptor della Muse, ed anche qua Jordan usa una Extreme.
In un altro video lo si vede con un altro strumento, una specie di tastiera senza tasti che si chiama Continuum. Questa sfrutta la pressione delle dita per creare bending, vibrati, glissati su tutta la lunghezza della tastiera. Si potrebbe definire un’evoluzione del ribbon controller della Kurzweil. I suoni del nuovo album risultano diversi, ma certe cose rimangono comunque made in Kurzweil Siamo al NAMM 2005, viene presentata la nuova nata in casa Korg: la Oasys, una tastiera computer con un vero sistema operativo interno gira per far andare avanti questo mostro con la stessa sintesi usata dal Karma. Siamo alle prime date del tour di Octavarium e Jordan rilascia questa dichiarazione:
“Ho utilizzato tanto materiale per le registrazioni. E’ stata la festa delle tastiere. Volevo avere molta scelta su dove mettere le mani, e quindi ho portato più tastiere in studio: la mia Korg Triton Extreme, una Rolland V-Synth, la mia vecchia Kurzweil, un Grand Piano Yamaha, una Yamaha Motif, e ho anche sperimentato dei nuovi strumenti e anche programmi per sintetizzatori. Ad esempio i suoni di piano presenti sull’album provengono da un programma che si chiama Ivory. Adesso che siamo in tour, utilizzo una Korg Oasys. Ho ripreso tutto il mio vecchio impianto ed insieme a Bert abbiamo programmato la Korg Oasys per gestire tutto.”
Sul palco, infatti, non compare solo la Oasys, ma a lato, in un altro
traliccio rotante, viene montato il Continuum e una Slide Guitar a testimoniare le varie sperimentazioni che Jordan ha fatto in studio. Ecco le sue parole a spiegare un po’ il tutto:
“Per le registrazioni ho utilizzato un Lapsteel Fender ‘Vintage’. Non sapevo ancora dell’esistenza di questo strumento. Ho comprato un Fender poiché Steve Howe mi ha indirizzato a un Lapsteel, adoro le melodie del Lapsteel negli Yes. Avevo già utilizzato un suono del Lapsteel con i Dream Theater, come in “In the name of God”, per esempio… (Jordan spiega che ha suonato gli accordi con la mano sinistra e una melodia con la mano destra. Le due mani erano occupate e innescava il glissato caratteristico del suo Lapsteel con un pedale). Ma per questo disco mi sono detto che avrei imparato a suonare un Lapsteel. Quando siamo stati in tour con gli Yes l’anno scorso, ho passato del tempo con Steve, gli ho posto molte domande e lui mi ha mostrato qualche trucco. Al ritorno dalla tournée, sono andato a New York e mi sono regalato in bel Lapsteel Fender. Dopo ho cercato uno strumento per partire in tour e ho trovato questo strumento, chiamato “industrial guitar” creato da Chris Foulke. Ne ho comprato uno, non era così costoso e si è dimostrato un ottimo strumento. Adesso, sul palco, ho la mia Korg Oasys sulla base ruotante, come prima la mia Kurzweil, poi ho un’altra base ruotante dietro di me con il Lapsteel sotto e sopra il Continuum, un altro nuovo strumento nel mio mondo musicale. Il suono che senti nell’intro di Octavarium (al 0’37), simile ad una chitarra ma più “scivoloso” è il Continuum. Volevo una sorta di tastiera fretless, per poter suonare una nota e fare un glissato, un vibrato e ho trovato questo strumento fatto da Lippold Haken. Era esattamente quello che sognavo; è come un nastro tattile gigante, ma più spesso e più lungo, e si possono suonare più note allo stesso tempo. L’ho utilizzato molto per gli assoli, come in “Sacrificed Sons”; dal vivo, lo uso quando devo suonare “Just Let me Breathe”, ”Lie”. Ho dunque imparato a suonare questi due strumenti completamente nuovi per questo disco e per questo tour. Tutti nel gruppo continuano a dirmi che sono folle!”
Posizionato dietro di lui il suo vecchio rack fa da sfondo, molto vuoto rispetto a prima, ma con alcune novità: prima su tutti i due expander V-sinth XT della Roland danno il suono al Continuum. Appena sotto ai Roland troviamo il Receptor della Muse, che carica al suo interno VST (strumenti virtuali per PC) e sotto a questo un gruppo di continuità APC 2200 gia adottato nel tour di Train ma a supporto dell’APC, dall’altra parte del rack, ci son due stabilizzatori di corrente Eta Systems PD9Leta per proteggere tutta la strumentazione da sbalzi e mancamenti di corrente. (Vi ricordo che i campioni caricati in qualsiasi tastiera vengono salvati in una memoria virtuale, se salta la corrente questa memoria si cancella.) Durante il tour però si “sentono” molti problemi: suoni diversi, effetti in ritardo, parti di tastiera che scompaiono. Le performance di Rudess iniziano a scadere, senza ombra di dubbio la tecnica è inequivocabile, ma la potenza della sua strumentazione di certo non lo aiuta. Forse il cambio è stato troppo repentino e frettoloso per poter affrontare un tour, e si cerca una smentita nel secondo tour di Octavarium.
Anche qui ci sono altre novità riguardanti la strumentazione; a fianco del rack fa ingresso un imponente “armadio”, un modular sinthetyzer, una specie di ModularMoog (usato da Keith Emerson) dei nostri giorni. Con la strumentazione cambiano anche i suoi pedali e le posizioni sul traliccio passano da due a tre: nella posizione principale ha un wha, un data inc, uno sustain e un cambio pagina per il music pad pro. In posizione centrale ha un cambio pagina, uno sustain e un data inc. In più aggiunge una posizione dando la schiena a Portnoy, e qui ha solo un data inc e uno sustain. Anche sotto il Continuum e la Slide ha altri pedali: 2 wha per i rispettivi strumenti, ed uno per gli effetti della Slide. Non utilizza più una sola tastiera, ma anche quella del modular, e lo si può vedere molto bene durante l’esecuzione di Octavarium. Inoltre una piccola tastiera viene posizionata tra Rudess e Portnoy, ad usarla è LaBrie nell’intro di Octavarium, con i suoni generati dalla Oasys via midi (Da notare che vista la scarsa conoscenza delle note sulla tastiera di James, i tasti di questa tastiera vengono colorati e numerati e James deve solo premere l’esatta sequenza (i numeri) per ciascuno brano (definito dai colori).
Nonostante i miglioramenti in fatto di potenza musicale i suoni rimangono pressochè invariati e non convincono gli intenditori: ad esempio trovo pessimo il suono di piano usato per Through My Word, quasi uno xilofono. Molti vorrebbero da Jordan un ritorno alle origini…..never enough !!!
Tra i due tour di Octavarium accade un fatto strano: Jordan realizza dei video dimostrativi per Motu, ed utilizza una k2600x. Inoltre realizza un dvd dove spiega le sue tecniche, i suoi suoni e tutto ciò che riguarda le sue performance, ed indovinate con che tastiera? K2600.
Ai posteri l’ardua sentenza…..
Gilles Boscolo



articolo 2:

Quando scrissi il primo articolo riguardante la strumentazione del nostro Jordan era tutto molto semplice, si sapeva già da tempo cosa utilizzava in studio ed in tour. Poche settimane fa, però, Petrus mi ha aperto una finestra in MSN dicendomi “ho bisogno di un tuo articolo sulla strumentazione attuale di Rudess”, e mi sono venuti un po’ di brividi.
Ho iniziato a pensare a cosa stesse utilizzando Jordan in tour, e a tutte le varie apparizioni che “sbucavano” in rete con vari tipi di strumentazione.
Vista la vastità del discorso, poiché Jordan non si ferma mai a cambiare “giocattoli”, ho chiesto aiuto ad altri tastieristi e soprattutto amici della board. Per chi legge il forum i keyboardmen interessati sono: keywiz, u-gum, maniele e alex didonna (tastierista della tribute band ufficiale).
Questo è un articolo che pren-de spunto da domande fatte da noi a Jordan (mediante Petrus), da una recensione della strumentazione che usa ora (anche se non mi stupirei che in questi giorni cambi qualcosa :D) e da un articolo molto interessante sul suo lavoro con la INTEL.
Non mi soffermo a dare giudizi personali sul lavoro di Jordan perché ogni persona la pensa in modo diverso. Sono (siamo) qui solo per aprirvi gli occhi su cosa ora sta sotto alle dita del nostro pazzo tastierista pelato.
Facciamo un passo alla volta riprendendo da dove avevo terminato il primo articolo.
Giunti alla fine del tour di Octavarium siamo restati un po’ spiazzati per quanto riguarda la parte tastieristica nei Dream.
Jordan aveva cambiato considerevolmente il suo sound grazie al cambio di endorser e al completo rinnovamento della sua strumentazione, c’era chi piangeva la sua vecchia Kurzweil, chi invece era rimasto entusiasta.
Aspettavamo tutti il nuovo album dei Dream per vedere che novità apportava Jordan al sound generale ed alla sua strumentazione, finché un giorno nel suo forum è stata pubblicata la foto qui sopra.
Si è capita subito la piega che Jordan stava prendendo, cioè tastiere esclusivamente di casa Korg (es.Oasys) e Roland (es.Fantom x8, VSynth).Come ha spiegato nel suo forum questa era solo la strumentazione “fissa”, però usava anche altri aggeggi tra i quali un Korg Radias e un Mini Moog.
E così si diede addio al mondo Kurzweil (non del tutto e poi vi dirò perché:D).
Iniziò l’ansia pre cd.
Tutti volevano sapere e sentire il nuovo sound, ed ecco cosa ne è uscito.
Un po’ spaesati dal nuovo stile dei Dream, è saltato subito all’orecchio un Jordan molto diverso, meno presente di un tempo, dedicato al mix generale più che alla parte solistica. Il suo lead era di nuovo cambiato, suoni meno invadenti e più miscelati nel contesto, forse anche troppo visto le vecchie abitudini.
Intanto su You-Tube iniziarono a girare video del Namm 2007. Accompagnato da Morgenstein, Rudess faceva sfoggio di stru-menti made in Ro-land, un Fantom x8 e un VSynth GT (versione potenziata del VSynth a tastiera). Jordan li ha utilizzati per svolgere song tratte dal cd “Rudess Morgenstein Project”. I suoni erano identici agli originali e altri avevano più grinta.
Pensavamo fosse il setup del nuovo tour dei Dream, ma non era così, Jordan cambiava anche a causa dei live show con scaletta ridotta. Per il tour estivo ha utilizzato questo gear, “piccolo” e un po’ traballante visto l’eccessivo peso caricato nel porta tastiera.
Come master principale utilizzava sempre la “vecchia” Oasys nel classico supporto girevole, ma a fare da “lato” alla tastiera ha inserito 2 novità, da un lato un Memotron e dall’altro un Korg Radias, strumenti nuovi. Spiego subito le loro caratteristiche.
Il Memotron altro non è che un Mellotron digitale. Questo strumento, usato negli anni 70/80, simile ad una normale tastiera, utilizzava delle registrazioni a nastro di vari strumenti. Premendo un tasto partiva una registrazione dello strumento selezionato, cioè archi, flauti e cori. Sherinian già in Falling Into Infinity usò un Mellotron originale, lo si può sentire su Peruvian Skies.
Il Korg Radias è un “aggeggio” nuovo, si tratta di un sintetizzatore di casa Korg usato addirittura in certe occasioni per suoni di musica trance o dance. E’ costituito da 2 moduli, una parte è la tastiera, l’altra è il vero e proprio modulo sonoro, ed è quest’ultimo che Rudess utilizza.
Alcuni si sono chiesti come mai non lo avesse messo assieme ai vari rack che ha dietro, la risposta è semplice. Il modulo è costituito da una serie di potenziometri utilizzati in sede live per modificare il suono a proprio piacimento in real time, simile ad un synth analogico. Quindi averlo a portata di mano è una cosa ottima, se non d’obbligo, per una macchina simile.
Inoltre dietro a lui fa sempre da sfondo il suo solito rack, identico al tour precedente: mixer Makie, 2 VSynth (1 sempre di scorta), e i vari power protector. Non si vede più il Receptor.
C’è da chiedersi come mai l’utilizzo del VSynth poiché il Continuum non era usato.
Il synth di casa Roland era stato usato nel tour di Octavarium non solo per il Continuum ma anche per altre parti (es. intermezzo di Never Enough), inoltre nel tour estivo molti lead erano stati cambiati e si sentiva una predominanza del sound Roland.
A mio avviso anche il suo lead principale è dato dal VSynth.
In generale però il suono è più o meno ai livelli di Octavarium. E’ stato usato un diverso campionamento di piano durante le date, un po’ più caldo del precedente (personalmente non soddisfa ancora).
Si aspettava l’inizio del tour invernale per “giudicare” meglio l’operato di Rudess e vedere cosa poteva sfornare.
Come prima cosa il setup si ingrandisce, tornano il Continuum, la Lapsteel guitar e il Modular vicino al rack.
In più il supporto girevole è modernizzato, e una grossa mano metallica a 3 dita ora sorregge la Oasys con il Memotron e il Radias.
Ma una grossissima (anche se piccola di dimensioni) sorpresa allieta i tastieristi.
Un nuovissimo “giocattolo” nelle mani di Jordan: lo Zen Riffer, successore delle Keytar (tastiere a tracolla che simulano la posizione di una chitarra come le Roland AX 7 o Yamaha SHS 10). Ha la forma di una specie di ascia, 2 ottave e molte funzioni midi.
Può esser usato come una 88 tasti mediante un pulsante posto sul “collo” dello strumento per passare da una ottava all’altra. Novità assoluta di questo strumento è un midi wireless integrato con una portata di 180 metri. E’ il primo strumento che usa questa tecnologia.
C’è da dire che questa sorta di tastiera non ha suoni propri, ed in questo caso è utilizzato sempre il VSynth.
Rudess la imbraccia come se fosse una chitarra e la utilizza in mezzo al palco per fare soli, duetti ecc.
Ha un po’ stupito questo aggeggio nelle mani di Jordan, abituati alla sua “posizione” classica sulla tastiera e soprattutto abituati a soli, come nel tour di Metropolis 2000, dove veniva utilizzato ogni singolo tasto della sua 88 tasti ... ed ora vederlo con questo aggeggio monosuono a 2 ottave, fa un certo che.
Grazie a Petrus siamo riusciti a far arrivare delle nostre domande a Jordan, il quale ha subito risposto.
Abbiamo chiesto come mai utilizzasse strumenti di stampo vintage come il Modular e il Memotron, affiancati a “mostri” della tecnologia come la Oasys.
Di risposta ci ha detto che ha deciso di inserire nella sua strumentazione delle tastiere classiche del prog, seppur “copiabili” dagli strumenti attuali, perchè mantengono sempre il loro sound vintage.
Un’altra curiosità è stata del perché, abituati ad un Rudess mono tastiera, ora usasse tantissime tastiere. La risposta è che oltre ad avere un risultato pratico, ha anche un suo risvolto visivo.
Abbiamo appreso che in sede live non usa computer. Invece in studio usa VST della Native Instruments, della Spectrasonics, East West e Sonivox, ed è endorser del programma “Ivory Piano”
Gli abbiamo chiesto anche quanti tecnici ora collaborano con lui. In sede live lo segue da molti anni Robert Dorion, a casa e in studio invece al suo fianco c’è Richard Rainhart, e comunque è sempre aiutato dall’oramai famoso Bert Baldwin...o come dice lui stesso :” the mysterious and infamous Bert (shhh) Baldwin “.
Alla domanda: “se ha ancora contatti con la Kurz” ha risposto che ormai è da molti anni che non ci lavora più
assieme.
Ora è a stretto contatto con Roland e Korg, per le quali ha fatto sia molti video dimostrativi per la Oasys sia molti live con strumenti quali Roland VSynth GT. Ha parlato anche dei suoi vari lead attuali dicendo che ci ha lavorato molto per riprodurre i suoni che aveva in mente grazie a Oasys e VSynth e … sono molto ... rock :D
La scorsa primavera c’è stata un’altra apparizione di Rudess nel mondo di internet, affiancato da un pc portatile e promuovendo processori Intel. Un po’ tutti ci siamo chiesti come mai anche questa novità. Petrus ha contattato Marco Vettorello di Intel, il quale ha lavorato con Jordan a questo progetto. Lascio a lui la parola.
I tempi in cui scrivere e suonare musica con l’ausilio di un computer richiedevano l’inserimento manuale delle note usando il joystick (altrimenti usato per giocare a MicroProse Soccer e Summer Games - quelli fra voi che possedevano un Commodore 64 se li ricorderanno) sono ormai passati. I sequencer allora disponibili erano in grado di gestire solamente una singola traccia e i suoni che ne uscivano erano fastidiosi del ronzio di una zanzara.
Da allora, le tecnologie hardware e software hanno compiuto passi da gigante. I prodotti oggi disponibili sono incredibilmente versatili e potenti, i costi ormai alla portata di qualunque portafoglio. Jordan Rudess, sempre molto interessato agli ultimi sviluppi della tecnologia musicale, dice che “Oggi il computer é diventato un vero e proprio strumento musicale. I tools oggi disponibili, stanno aumentando in quantità, qualità e funzionalità. Ogni musicista che lavora con il computer fa molta fatica a stare al passo con i tempi. In passato, quando mettevo le mani su un nuovo synth, mi prendevo tutto il tempo necessario per poter tirare fuori il massimo dallo strumento. Con la varietà di tools di cui dispongo oggi, sia hardware sia software, é impossibile impararne ogni singola funzione. Dovrei prendermi un anno di pausa dai Dream Theater per imparare tutto!”.
La qualità dei prodotti software di produttori come Steinberg, Native Instruments e Synthogy, sta raggiungendo un livello di qualità senza precedenti. “Se un paio di anni fa mi aveste chiesto se fossi stato in grado di distinguere il suono di uno strumento reale da quello prodotto da uno strumento virtuale, avrei risposto di si. Ma con i prodotti sul mercato oggi, é praticamente impossibile fare una distinzione”.
Di recente, grazie ad una collaborazione con Intel, Jordan ha aggiunto alla sua strumentazione un notebook basato sulla piattaforma Intel® Centrino® Duo. Tale notebook, insieme al software Massive della Native Instruments, é stato utilizzato per creare alcuni passaggi dell’ultimo capolavoro dei DT “Systematic Chaos”. Ne sono un esempio i suoni in vena psichedelica come sottofondo alla sezione parlata in “Repentance”.
Attualmente, Jordan sta valutando la possibilistá di utilizzare tale tecnologia anche durante i suoi concerti live, data l’affidabilità e versatilità del notebook, che ormai é uno strumento musicale a tutti gli effetti.
Perché altra tecnologia, oltre a quella che giá utilizza? “Per me la tecnologia é il mezzo per creare suoni, faccio e utilizzo tutto quello che occorre per ricreare quelli che sento nella mia testa”. I processori Intel portano numerosi benefici a chi li utilizza in ambito musicale, grazie anche alla stretta collaborazione con le maggiori case produttrici di software (es. Steinberg, Native Instruments, Cake-walk e Apple).
“Sul mio nuovo notebook ho installato i miei software musicali preferiti. Ne sono entusiasta, non potrei im-maginarmi di possedere un computer senza un processore Intel. Rock on, Intel!” Cercate l’articolo ed il filmato di Jordan sul sito: http://www.intel.co.uk/music.
Un’ultima curiosità. Avevo accennato prima ad una non totale sparizione della Kurz da sotto le sue mani. Infatti tra i tanti video che girano su YouTube si può notare ancora come Jordan utilizzi la k2600 sia nel suo studio (ha fatto delle dimostrazioni di vst) sia in sede live. In un concerto con Steve Wilson (Porcupine Tree) ha utilizzato per l’appunto la sua k2600 affiancata dal suo notebook.
Non entro in giudizi o critiche sull’operato di Jordan. questo articolo è stato pensato esclusivamente per fare una panoramica del suo vastissimo mondo. Ognuno di noi può pensarla come vuole sul lavoro di ogni membro dei Dream, nella board si è sentito di tutto, ma sta di fatto che una cosa innegabile si può dire, quest’uomo non si fermerà mai. Da quando lo si conosce ha sempre cambiato, mo-dernizzato, aggiunto, tolto, provato.
Ovviamente è “aiutato” dal-le sue possibilità di pro-vare qualsiasi cosa, visto e considerato che è endorser delle più famose case di tastiere, e ormai ogni “marca” lo vuole. Però c’è da dire che non è nato con le tastiere in mano, ma è stato solo grazie ad anni e anni di studio, di concerti, di cd e collaborazioni, che ora è diventato quello che è, ed ha la possibilità di provare quello che vuole. Questo è l’attuale mondo di Jordan. Ma sicuramente non è finita qui.
Gilles Boscolo
Marco Vettorello
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby inemokeys » Sun Dec 06, 2009 8:20 pm

Gran bell'articolone!!Aggiungerei(per completare la storia)che nel 94 con i DT ha fatto delle date(di cui una viene pubblicata come "the rudess experiment")in cui Jordan inizia dal k2000(per quanto riguarda la kurzweil)e gia' da li' usava i classici pedalini e un ampio arsenale di suoni campionati (cosi come nei liquid tension con k2500 e successivamente con k2600)!
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby DKS Synth Lab » Sun Dec 06, 2009 8:41 pm

bel lavoro gilluzzo! : Thumbup : : Thumbup : anche se sinceramente non ho mai condiviso un setup del genere...come ha sempre fatto rudess, come fai tu e altri...io almeno in sede live preferisco i synth con la tastiera collegata....XD non tastiera + rack : Wink : in studio o a casa li uso pure io, sono comodi anche perchè, chi ha visto le foto di casa mia sa che di spazio non ne ho + moltissimo...giusto per il wavestation : Wink : , e quindi occupando meno spazio diventano utili...solo che in sede live non è una cosa che mi piace... : Wink : : Wink :
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby gilles » Sun Dec 06, 2009 9:17 pm

eh son abitudini diverse.non c'è una cosa meglio...e una peggio
dipende sempre da uno come si trova
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby Support Synthonia » Sun Dec 06, 2009 11:03 pm

A suo tempo notai subito le tue doti giornalistiche, non a caso in questi giorni ho quasi finito di far tradurre le tue ultime recensioni in inglese per KS.

Come sempre grazie per l'impegno e la passione Gilles : Thumbup :
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby Leonardo » Mon Dec 07, 2009 8:46 am

Grande gilles!!! : Yahooo :
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby Taoprog » Mon Dec 07, 2009 11:00 am

Complimenti : Wink :
La ruota è una grande invenzione, ma la musica lo è molto di più.

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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby Jah » Mon Dec 07, 2009 1:07 pm

Bellissimi articoli! Ci sono tantissime cose che non sapevo tra l'altro. Comunque traspare il giudizio, diciamo "discendente" su JR, anche se hai cercato di rimanere oggettivo. Giudizio che per altro condivido in pieno. Ma dato che sai praticamente tutto sui giocattoli di Jordan. Nel Tour con i LTE fatto l'anno scorso (o due anni fa non ricordo) usava solo il Fantom G (che tra l'altro gli ha dato le stesse grane della Kurz, come è scritto sul suo blog) oppure aveva qualcosa nel rack?
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby Xam » Mon Dec 07, 2009 1:23 pm

Sion Aries wrote:Come sempre grazie per l'impegno e la passione Gilles : Thumbup :


complimenti
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Re: i miei 2 articoli/intervista su jordan rudess

Postby valeciara » Wed Dec 16, 2009 3:51 pm

Gilles solo ora leggo questi articoli..cazzo sei stato descrittivo al punto giusto senza annoiare,chiarissimo nelle spiegazioni,praticamente imparziale nei commenti e nelle descrizioni della strumentazione di Jordan anche quando c'è stato il cambio con octavarium..che dire,bravo veramente,sono articoli degni di tutta la considerazione possibile,tradotti in inglese e messi sul forum faranno scintille credo, come sempre ti giro i miei complimenti..
Puoi fare il suono più bello del mondo ma se non sai cosa dire verrà fuori sempre una cagata.. (cit. Dladio)--

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