JM! wrote:
Gilles, nessuna saccenza da parte mia, ma... posso dissentire? Utilizzo il DDX3216 di Behringer da qualche tempo, ormai... e zero problemi.
di solito i filtri dei mixer beheringher fan cagare...quindi meno roba ci si mette tra tastiere e scheda audio meglio è.
Ecco, questo mi sfugge. Voglio dire: se assumiamo che il banco e/o l'outboard dello studio concorrono al suono delle tastiere, perché presentarsi con il file audio delle nostre parti registrato a casa, piuttosto che con il MIDI? Con l'audio ci troviamo nella condizione di dover fare i conti con: A) la qualità delle nostre registrazioni (il che chiama in causa la nostra attrezzatura, la nostra competenza, ecc.) e B) un altro giro sulla giostra della conversione (a casa: A/D. in studio: D/A e di nuovo A/D). Con il MIDI pronto da importare nella DAW dello studio (e al seguito il nostro generatore hardware di turno) questi due possibili problemi si azzerano, senza che sul piano del tempo si vada incontro a un bagno di sangue.[/uquote]
perchè se so gia io di principio i suoni che servono in studio...so gia come sarà il mix...e so cosa serve...lo posso fare a casa. delle mie tastiere che porto in studio il 99% è quello che ho registrato a casa.
lì va l'esperienza che si ha. l'altro 1% son cose che si aggiungono dopo per "inciccionire" il suono
Condivido l'invito alla semplicità, almeno in partenza... e personalmente trovo che questo sia una ragione in più per portarsi in studio MIDI + generatore: se proprio necessario si potrà mettere mano alla propria patch, piuttosto che caricare un virtual instrument su cui non si sono mai messe le mani.
anche qui..sempre dipende dall'esperienza in studio che uno ha.ad esempio io utilizzo gli stessi vst che si useranno poi nello studio dove andiamo.quindi nell'ipotetico caso che un suono mio di vst non vada...carico la mia patch lì e la sistemiamoMa perché due giorni? Per carità: magari parliamo di un album bello ricco, in termini di tracce e di parti di tastiera... ma così su due piedi escluderei il doversi accampare in studio, con tutto ciò che - sigh - questo comporta sul piano economico. Ricordo quando registrai un EP in studio, a Bologna, qualche anno fa: una manciata di pezzi, due/tre parti a pezzo, file MIDI e tre generatori al seguito... questione di un mezzo pomeriggio.
per il motivo che io vado avanti mediamente 2/3 giorni per costruirmi un suono ahah.e non per lentezza ma perchè il suono alla fine...è perfetto.Che economicamente lo studio sia spesso insostenibile è vero. Io per primo tendo a muovermi perlopiù fra le mura domestiche, non fosse altro per abitudine generazionale. Questo però non mi fa escludere a priori il ricorso allo studio, che in determinate situazioni ha un senso, un'opportunità... e purtroppo un costo.
si bhè dipende dal genere che uno fa. se devo registrare un cd che abbia 3 suoni vado diretto con lo spartito senza mai averlo letto eheh
con gli ashent purtroppo o per fortuna non è così. la quantità di suoni che ho creato da zero è impressionante.
molto sta anche al genere/stile che uno fa