by fuztec25 » Thu Oct 31, 2013 5:47 pm
Ciao a tutti, questo è il mio primo post :) ...
I 6 operatori della serie SY/TG non devono essere confusi con quelli delle serie DX/TX. La sostanziale differenza sono il numero di algoritmi (32 nella DX e 45 nella SY) ed il numero di forme d'onda per gli oscillatori (1 sola, sinusoidale, per DX e ben 16 per la serie SY). In più la serie SY è dotata di ring-modulation, FX e Filtri FIR.
Ovviamente questa differenza, aggiunge una complessità timbrica davvero unica per la serie SY, pur complicandone l'utilizzo. Apro una parentesi dicendo anche che, dopo che i programmatori si erano letteralmente ammazzati, per creare suoni sulle DX, non si sono poi sbattuti più di tanto, per creare nuovi suoni per le SY, preferendo convertire il materiale già esistente ed apportando solo poche modifiche per la creazione di timbriche nuove per la serie SY.
In ogni caso, la sintesi FM di Yamaha è basata su modelli matematici memorizzati in una ROM (quindi niente simulazione "virtual analog", laddove questa richiede una notevole complessità di elaborazione di calcoli in virgola mobile per la CPU, per simulare il "feeling" analogico... Già all'epoca la CPU della serie TX era molto stressata) ed il motivo per cui non si sia pensato ad aggiungere altri operatori, secondo me, è presto detto: la FM di Yamaha era già MOLTO complessa a 6 operatori... Chi avrebbe osato provare con un numero superiore?
A dimostrazione di ciò, anche altre case si avventurarono nella sintesi FM (Korg con il suo DS-8, Casio con la serie CZ/VZ...) ma semplificando di molto la catena di sintesi (e relativa programmazione), proprio per "evitare" di incappare nella complessità indotta dei prodotti Yamaha e, al tempo stesso, attirare una fetta di clientela a cui piaceva il suono FM ma che non osava avvicinarsi al tasto EDIT dei DX...
I 4 operatori di Yamaha (DX11, 21, TX81Z, etc.) devono essere visti come una "semplificazione" della sintesi, ed un modo per vendere la tecnologia (ricordate che comunque un DX7II-D del 1987, tanto per citare un modello, costava 1.990.000 lire dell'epoca!) a minor costo (avvicinandosi però al suono dei "fratelli maggiori").
In buona sostanza è uno strumento sì completamente digitale, ma "vintage" allo stesso tempo.
Fuz!