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Synthonia • Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Termini e sigle di cui vorremmo saperne di più
Forum rules In questo forum "TERMINOLOGIA" sarà possibile inserire domande e dare risposte su tutti i termini e sigle che nn conosciamo.
Credo che piano piano arriveremo a poter creare una sorta di enciclopedia per l'utente del nostro forum.

Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby Support Synthonia » Wed Nov 05, 2008 1:03 am

...analogico...

Cosa vuol dire allora analogico?

Vuol dire che il suono viene generato FISICAMENTE dalla corrente elettrica che passa attraverso un chip (oscillatore) e che genera una frequenza diversa a seconda della tensione elettrica (+5/-5 volts) nel caso dei VCO o in base ad un chip di controllo digitale nel caso dei DCO.

Nei synth analogici non esistono convertitori DA come nelle workstation o nei synth VA.
Il suono viene generato fisicamente come quando si pizzica una corda o si soffia in un flauto....

PAROLA Di GATTOBUS :angel:
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby U-Gum » Wed Nov 05, 2008 11:47 am

Volendo essere più corretti il concetto di analogico è più esteso. Di fatto anche il segnale digitale è fisicamente realizzato dalla corrente elettrica che circola in "matrici" di transistori che compongono i chip che eseguono i calcoli nel dominio digitale.
La vera differenza sta nel "tipo" di corrente che attraversa il chip, il circuito o il dispositivo.
Un segnale Analogico è un segnale tempo-continuo che assume valori di ampiezza continui:
Immaginate la sinusioide del nostro oscillatore. Bene, in questa sinusoide noi possiamo andare a vedere il suo valore VERO in ogni istante di tempo. Cioè io posso vedere che valore di ampiezza ha a 1 secondo, a 1.1 s, a 1.01 secondi, a 1.000000000001 fino ad un infinita senisbilità e troverei un valore valido del mio segnale ogni volta. Stessa cosa per l'ampiezza di questa sinusoide: Potrei trovare valori di 1 Volt, di 1.1, di 0.9999999999991 etc...etc...
Tutti i numeri Reali possono essere considerati, sia nel tempo che in ampiezza, assumibili.
Per un segnale digitale invece non è così: In primis perchè viene fatto un campionamento. Quindi nell'asse dei tempi consideriamo un insieme discreto di istanti in cui il mio segnale assume valori significativi. Tra un istante di campionamento e l'altro non ci sono valori. Nelle ampiezze il discorso è lo stesso, poichè si dice che il segnale viene quantizzato, cioè diventa un numero. Ogni campione assume un valore in un possibile insieme discreto di valori cioè, ad esempio, tra 1.1 V e 1.2 V non può assumere 1.05 V. Questi valori vengono quindi codificati attraverso parole binare di un certo numero n di bit (a seconda del convertitore che si usa). Il segnale viene quindi rappresentato da un onda quadra(Che asume valori 0 e 1, o -1 e 1)detta PCM che trasporta uno per volta questi bit tra un dispositivo e l'altro. Dato che n è fissato tutti i dispositivi sanno che ogni N bit che l'onda PCM invia quella parola corrisponde al valore di ampiezza di un campione.

Vorrei scrivere ancora tante cose, ma c'è da scrivere un libro sul passaggio e le differenze tra il mondo Digitale e quello Analogico...spero di non essere stato troppo noioso. :wave:
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby gattobus » Wed Nov 05, 2008 12:06 pm

In parole semplici è il concetto matematico dell'infinito.
Nel mezzo a due momenti nella fase di un oscillatore ci sono teoricamente infiniti valori.

Il suono campionato o generato da un modello fisico VA ha invece delle approssimazioni dovute al campionamento digitale e alla conversione Digitale/Analogica.
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby Niki » Wed Nov 05, 2008 12:17 pm

Come sempre siete davvero molto puntuali e chiari. Ottima sintesi!
Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. (w.s.)
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby Support Synthonia » Thu Nov 06, 2008 3:21 am

Il punto è dell'essere o meno analogico nn è VCO DCO, quanto se esistono o meno i convertitori A/D del segnale audio in uscita.(come ha detto GATTO)
Praticamente se quel segnale che arriva al JACK che esce dalla nostra tastiera è fisicamente prodotto dal'oscillatore o non da un sistema digitale Virtuale o Elettronico che ha sostituito l'oscillatore vero e proprio.

In sostanza se la corrente che passa dal jack proviene e viene o meno regolata dallo stesso generatore di tensione che è alla base dell'oscillatore stesso.


Esempio pratico:
Immaginate di prendere la corrente alternata di casa vostra, la 220V, quella non è proprio un generatore di onde continue anche se genera tensione.
Un oscillatore praticamente prenderebbe quella TENSIONE e permetterebbe di regolare l'andamendo dell'onda nel tempo regolando quindi la frequenza del suono, la nota per intenderci.

A questo segnale poi viene applicato l'inviluppo, che praticamente determina la tipologia del suono, il timbro in sostanza.(vedere argomento INVILUPPO-ENVELOPE)

Se ci fosse un altoparlante adatto, si potrebbe usare la 220 come TENSIONE di base di un ipotetico oscillatore.


Spero di nn aver sbagliato, sono ormai passati tanti anni dai miei studi di elettrotecnica :silent:

P.s.
comunque la corrente di casa mia oscillata con valori di +-15 V, quindi quelli dell'ENEL hanno applicato un VCO o un DCO da qualche parte nei paraggi.
Non a caso il mio nord lead 3 si riavvia per valori di corrente inferiori ai 210 V, sono costretto ad usare uno FILTRO per evitare che si riavvi :lol: :lol: :lol:
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby ClaviKorg » Thu Nov 06, 2008 11:32 am

Il punto è dell'essere o meno analogico nn è VCO DCO, quanto se esistono o meno i convertitori A/D del segnale audio in uscita.(come ha detto GATTO)
Praticamente se quel segnale che arriva al JACK che esce dalla nostra tastiera è fisicamente prodotto dal'oscillatore o non da un sistema digitale Virtuale o Elettronico che ha sostituito l'oscillatore vero e proprio.


Si, ma gli oscillatori analogici usati nei synth sono solo quei due tipi, DCO e VCO , quindi dire che un synth genera i suoni con dei VCO oppure con dei DCO gia basta a dire che quel synth è analogico... in realtà dopo l'oscillatore possono esserci apparati digitali che fanno conversioni A/D e poi D/A, ma questo non vuol dire che il synth non sia più analogico.
Per esempio il filtro potrebbe non essere analogico ma essere digitale! Oppure dopo ci può essere un multieffetto che è ovviamente digitale! Il fatto che il segnale prodotto da un oscillaotre analogico poi passi attraverso un apparato digitale (esempio, un reverbero) , se la frequenza di campionamento del sistema digitale è sufficientemente elevata, non modifica in maniera percettibile le caratteristiche del suono dell'oscillatore analogico. Sul perchè accade questo bisognerebbe fare un thred apparte sul campionamento, io dovrei tirare fuori i miei appunti di Elementi di comunicazioni Elettriche per dire cose più precise.

Se ci fosse un altoparlante adatto, si potrebbe usare la 220 come TENSIONE di base di un ipotetico oscillatore.


Da quello che so io, qualunque tensione alternata (di conseguenza anche la tensione di linea di casa che è a 50 Hz), privata della sua componente continua e indirizzata in un sistema audio, produce "suono" dalle casse (le quali appunto convertono le variazioni di tensione della corrente in ingresso in vibrazioni degli altoparlanti).
Quale sia la natura del suono dipende dalla forma più o meno caotica del segnale in ingresso in un periodo.

Esempio pratico:
Immaginate di prendere la corrente alternata di casa vostra, la 220V, quella non è proprio un generatore di onde continue anche se genera tensione.
Un oscillatore praticamente prenderebbe quella TENSIONE e permetterebbe di regolare l'andamendo dell'onda nel tempo regolando quindi la frequenza del suono, la nota per intenderci.

A questo segnale poi viene applicato l'inviluppo, che praticamente determina la tipologia del suono, il timbro in sostanza.(vedere argomento INVILUPPO-ENVELOPE


Rimando al thred che sto aprendo : viewtopic.php?f=143&t=798
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Re: Cosa vuol dire allora "ANALOGICO"?

Postby U-Gum » Thu Nov 06, 2008 12:30 pm

Daniele, le cose che dici sono corrette, ma non vorrei si facesse un poco di confusione:
Cioè la cosa un po' astratta da capire quando si vuole parlare di Analogico o digitale, è che in realtà il digitale non esiste fisicamente. E' un modello, un astrazione, secondo il quale viene codificato un certo andamento "Analogico" di una forma d'onda. Quindi in realtà anche un synth digitale produce forme d'onda analogiche...perchè non potrebbero passare altrimenti su un filo :D Il filo trasporta tensioni non numeri.
Però come dice correttamente ClaviKorg solitamente si fa risalire la "analogicità" o meno di un sintetizzatore al suo oscillatore. Se il suo oscillatore è un circuito risonante(Controllato da una tensione analogica o digitale) allora si parla di Analogico. Se invece c'è un chip che, sottolineiamolo bene, attraverso mezzi ANALOGICI che noi intepretiamo come logiche binarie(e quindi Digitali), calcola i valori campione per campione di un certo segnale da sintetizzare attraverso un onda PCM analogica, allora si parla di segnale "Digitale"...
Quindi finchè se mettiamo un oscilloscopio in un punto della catena del nostro synth vediamo un onda sinusoidale siamo nel dominio analogico, quando iniziamo a vedere un onda quadra che a volte sta a LOW a volte HIGH, allora stiamo guardando un segnale che interpretiamo come digitale.
Cioè dire che un segnale è Analogico finchè non lo convertiamo in digitale mi sembra una definizione un po' tautologica...un cane che si morde la coda.

Inoltre un'altra cosa importante: E' scorretto dire che in generale è l'inviluppo che viene dato ad un segnale che ne determina il timbro...l'inviluppo ne determina l'andamento del volume nel tempo e a meno che queste variazioni non siano considerevolmente veloci(ad ampio spettro) non si può dire che ne determinino lo spettro, e quindi il timbro (Vedi thread sulle modulazioni di ampiezza). In realtà è la forma d'onda che determina il timbro(Vedi thread sulle forme d'onda)
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